Bobo Ivancich de la Torriente - "Venezia – New York, via Havana" a cura di Anna Caterina Bellati

Creato il 20 agosto 2011 da Roberto Milani

Venezia, sempre ricca di fascino, quest'anno è, più di sempre, meta di tanti turisti. Sarà anche per via della Biennale o per chissà quale altro motivo... Se anche voi appartenete a questa categoria di turismo "colto" non vi potete perdere questa mostra curata da Anna Caterina Bellati... merita! Bobo Ivancich de la Torriente Venezia – New York, via Havana 
Manni Art Gallery Venezia Lido, Via Sandro Gallo, 97 – ITALIA 
Vernice 25 Agosto 2011 ore 18.30 
Apertura al pubblico 26 Agosto – 30 Settembre 2011 
A cura di Anna Caterina Bellati 
Organizzazione: Claudio Manni, per Manni Art Gallery 
Orari:La mostra sarà aperta al pubblico dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.30 Ingresso libero  Catalogo in mostra Per informazioni: 335 8035840  claudio-manni@virgilio.it 
Artista: Bobo Ivancich de la Torriente La mostra, che si apre appena prima dell’inaugurazione della Mostra del Cinema di Venezia, flirta appunto con quel mondo, ma propone anche situazioni culturali e storiche strettamente legate alla biografia privata dell’artista; una vita che a causa della propria famiglia di origine e delle sue frequentazioni, combina ricordi privati con ricordi collettivi. Ivancich fin da bambino ha avuto modo di mescolarsi a personaggi straordinari e vissuto situazioni speciali assorbendo dagli amici dei propri genitori, tra i quali spiccano nomi come quelli di Hemingway o Peggy Guggenheim, una miriade di stimoli che in seguito si sono trasformati nella sua poetica.  Fin dagli esordi Ivancich ha scelto una pittura realista giocata su pochi toni e costruita con una tavolozza scabra quasi avara di luce. Eppure l’insieme è morbido e calmo e trasmette bene sensazioni e odori. Perché il non-colore è adoperato con raffinata conoscenza del chiaroscuro e i giochi di luce/ombra producono una gamma di bianchi neri grigi e toni virati seppia che danno carne e spessore ai dipinti. L’artista ha imparato tanto dal cinema e alcuni suoi lavori sembrano frames recuperati da una pellicola cult. Questo metodo di fissare il momento gli permette di focalizzare lo sguardo dell’osservatore nel punto del dipinto dove ha deciso di attirarci. Fatto evidente in casi come Cohiba o Bellini in cui l’oggetto ritratto dà titolo e senso al lavoro. Su campiture uniformi spiccano il sigaro cubano o il bicchiere colmo della bevanda pesca, resa celebre dai barman dell’Harry’s Bar. Ecco che il colore diventa strumento per additare qualcosa che va al di là dell’immagine stessa. Densi di significato che oltrepassano il loro valore d’uso, il sigaro e il Bellini rimandano a due dei luoghi amati da Ivancich, Cuba e Venezia. Da un lato il Paese quasi perduto così diverso oggi dai tempi in cui Hemingway trascorreva pigri pomeriggi in cerca di ispirazione, dall’altro la città più malinconica del mondo, dove le brume serotine hanno il languore di una donna desiderata e distante. Umori che porta con sé quando si sposta a Los Angeles o Miami o New York. Le opere in mostra dicono bene sensazioni, luoghi e temi che da sempre accompagnano la sua crescita.

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