Bocciata

Creato il 18 dicembre 2013 da Povna @povna

Succedeva circa tre anni fa. Era l’autunno del 2010, e gli studenti della ‘povna, sotto la guida di Cornelia e di una appassionatissima Testarda, avevano occupato l’Istituto per protestare contro la riforma. Dicevano che era illegale, e anche illegittima – e per motivare le loro ragioni, avevano studiato con impegno, arrivando a mandare al Provveditorato una lettera nella quale chiedevano, dopo aver spiegato il loro punto di vista con puntiglio, l’annullamento degli effetti più devastanti della diminuzione del quadro orario negli istituti Tecnici, in nome del diritto a ricevere un’istruzione conforme a quanto era stato loro promesso, al momento dell’iscrizione.
Quella lettera non ebbe mai risposta. Del resto, si era alla svolta più terribile del ministero Gelmini, che si apprestava a falcidiare indirizzi, insegnanti e classi. Ma, ciò che più fece pensare la ‘povna – ne scrisse anche ai giornali, che risposero all’appello – fu il giudizio riservato internamente agli studenti dalla gran parte dei colleghi.
“Sono sbuccioni”.
“Non hanno voglia di fare niente”.
“Non capiscono”.
Furono i commenti più benevoli. Il resto è opportuno lasciarlo sbiadire nella memoria di chi per principio non ricorda. La ‘povna, dal canto suo, rammenta tutto. Ed è per questo che, quando si parla di scuola, allora come oggi, ha ben presente da che parte stare.
Gli studenti – benedetti loro, e la purezza dell’adolescenza – andarono comunque avanti. Sapevano di fare la cosa giusta, e continuarono imperterriti. La riforma, anche. Loro in cambio ci persero le gite dell’anno. E guadagnarono l’idea del cineforum.
Ieri mattina, andando a scuola, l’umore sonnacchioso della ‘povna viene risvegliato dal rumore di un messaggio: proviene da una specie di mailing list ultra-nerd che la ‘povna condivide con Hal9000 e il Sistemista. E’ proprio lui a inviare l’estratto di un articolo. Il titolo recita, chiarissimo: “Il Tar del Lazio boccia la riforma dei Tecnici e dei Professionali per illogicità e incongruenze manifeste. La palla passa al ministro Carrozza“. La ‘povna legge, scuote la testa, scrive alla Testarda.
Dovrebbe essere felice, ma prova solo vergogna, e un gran senso di tristezza. E anche molto malinconico disprezzo per tutti quei ben pensanti dei colleghi.