Body and Soul – romanzo

Creato il 02 maggio 2012 da Paolo Ferruccio Cuniberti @paolocuniberti

Finalista Premio InediTo 2012

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Introduzione di Sonia Piloto Di Castri

Se dovessi definire con una sintesi il periodo in cui si svolge l’azione di Body and soul, quello della Torino fra il 1973 e il 1974, adotterei l’espressione usata dall’autore: il tempo in cui “le soffitte non si chiamavano ancora mansarde”. E non per servirmene come di una semplificazione lessicale, ma come di qualcosa che implicava una concezione diversa (un uso diverso!) della divisione dello spazio sociale in uno stesso ambiente
Complice la penombra della soffitta (ben lontana ancora dall’idea della pretenziosa mansarda), la lettura del romanzo di Paolo Cuniberti ci proietta in una città pensata dall’alto dei tetti, ma vissuta al livello più basso, quello stradale.
Lassù, l’amore (realizzato o solo vagheggiato), quaggiù, lo scazzo quotidiano del far passare le ore. E nella solita “piola” munita di biliardo. Due luoghi simmetrici e opposti. In alto, il sogno ossessivo dell’amore; in basso, il continuo presente, fatto di piccole cose: la speranza di rimediare alla fame con un panino e un bicchiere di vino, l’attesa dell’eventuale possibilità di qualche ora di lavoro tanto per sfangarla fino a domani, le chiacchiere con i soliti quattro sfigati, nella cappa di fumo delle sigarette.
La storia potrebbe essere quella di un classico romanzo di formazione, in cui il protagonista, giovane scapestrato senza fissa occupazione, cerca la via del suo riscatto personale e generazionale. La vicenda ha tuttavia molti altri punti focali: si attraversano, allora come oggi, anni di crisi economica e di grave incertezza sul futuro; il mondo giovanile è tutt’altro che compatto ma si muove in una condizione magmatica priva di punti fermi; c’è una strana e un po’ controversa storia d’amore con una ragazza dalla morale ambivalente; c’è la società plumbea degli anni che hanno seguito il ’68 e in cui sono maturati i fatti più gravi di quel decennio, e le reminiscenze di un mondo di provincia ancora quasi intatto; ci sono gli eterni profittatori della situazione contingente e gli sconfitti. Il tutto è narrato spesso con ironia e divertimento, con un linguaggio agile e colorito.
Su questo fondale irripetibile – e irripetuto negli anni successivi -, ma molto coinvolgente come atmosfera locale e temporale, si tesse la trama del romanzo.
Ma forse fondale non è il termine appropriato: nel romanzo, le soffitte, la città bassa, quegli anni, i frequentatori del biliardo del bar Esperia e di locali analoghi – come pure l’addetta a infrangere le indeterminatezze del sogno, la razionale Lidia -, sono altrettanti protagonisti quanto il sempliciotto Guido. Forse perché è proprio il suo sguardo indulgente e benevolo a raccontarceli per farceli conosce e, infine, comprendere e amare.

Alle note di Body and soul, portate dal sax di Archie Shepp nell’angustia della soffitta, il compito di segnare la differenza fra il lassù del sottotetto e il quaggiù della strada, fra la fantasia e la quotidianità, fra un lontano ieri che ci appartiene e un oggi che ci sfugge.

Sonia Piloto Di Castri, ispanista e consulente editoriale, si occupa di letteratura e cultura iberoamericana. Ha tradotto e fatto conoscere in Italia molti dei maggiori scrittori di lingua spagnola, da Vásquez Montalbán a Bernardo Atzaga, per Feltrinelli ha curato con A. Morino “La casa degli spiriti” di Isabel Allende, (1983). Ha curato numerosi romanzi e saggi di ambito spagnolo soprattutto per Einaudi e Sellerio. Ha collaborato con la rivista L’Indice, per le recensioni pertinenti al suo settore. Ha scritto il saggio La memoria negata sulla storia degli indios argentini (Angolo Manzoni) e i romanzi Sciarada madrilena (Angolo Manzoni) e Emigranti (quasi) per caso (Edizioni Esordienti E-book).

Booktrailer

Videorecensione di Sara Cantoni a 20’51”

Recensione di Natascia Pane e Francesca Viviani, Agenzia Contrappunto.

Un romanzo giovanile, sincero e brillante, raccontato da un protagonista in possesso di molte opinioni e ideali ma con poche certezze materiali, in balia degli eventi e di circostanze più grandi di lui, situazioni dalle quali potrà comunque trarre qualche utile insegnamento per la propria maturazione.

Sin dalle prime pagine del testo colpisce lo stile utilizzato, spontaneo e diretto, in cui la narrazione in prima persona permette al protagonista di rivelarsi totalmente al lettore, di comunicargli le proprie impressioni e di coinvolgerlo in presa diretta nella storia, garantendo allo stesso tempo una lettura fluida e scorrevole, a tratti divertente, drammatica, malinconica, romantica, mai banale o noiosa.

I personaggi della storia sono individui carismatici e concreti, e le diverse personalità emergono nitide anche se filtrate dalla voce del protagonista, i cui tratti caratteriali e psicologici risaltano dalla narrazione in prima persona, fornendo il ritratto completo e autentico di una psicologia complessa e articolata e tuttavia priva di melodrammi, traumi infantili, particolari tormenti esistenziali: in poche parole una personalità affascinante ma comune, in cui il lettore può facilmente rispecchiarsi.

Accanto alla narrazione delle varie situazioni in cui si trova coinvolto, il protagonista dipinge un interessante e pittoresco quadro degli anni Settanta, soffermandosi su temi universali e problematiche sociali del periodo con uno sguardo lucido e critico, che permette al lettore di iniziare una riflessione personale in varie direzioni, trovando spunti riconducibili anche ai nostri giorni.

È un romanzo che si rivela una lettura piacevole e godibile, capace di intrattenere e allo stesso tempo di suscitare emozioni, che alla sua conclusione lascia il lettore con una sorta di nostalgico affetto.

Podcast trasmissione Qui Comincia di Radio3 del 29/7/2015

Dialogo radiofonico su Radio Banda Larga del 16/5/2013

Reading-concerto Libreria Milton – Alba,  27/9/2013

Recensione di Adriana Pasetto
Recensione di Andrea Leonelli
Presentazione su www.i-libri.com