Body: n° 113

Da Mizaar

I numeri sono impietosi. Dichiarano con esattezza quello che la realtà manifesta e dunque non concedono requie, dicono più di tante parole. Mi chiedo chi dei " grandi " della terra, quelli che hanno deciso ad un tratto di porsi il " problema " dei migranti da salvare, dei migranti da accogliere - concedendo dall'alto numeri contro numeri, numeri ridicoli per fronteggiare numeri da esodo biblico - mi chiedo chi di questi abbia visto e letto quanto c'era scritto sull'ultimo domicilio conosciuto di quegli sconosciuti morti annegati, morti rinnegati. Con un pennarello indelebile una mano ha scritto, raccontando quanto sia terribile una realtà fatta di miseria e stenti e guerre e disperazione, " body: n° 113 ", corpo: n°113. Corpo, una persona che aveva un nome, aveva dei sentimenti, una mente ragionante, degli affetti. Un corpo che ha come contraltare un numero, corpi che sono numeri e non persone. Corpi che hanno una loro fisicità solo nel momento in cui sono pescati come pesci di una specie sconosciuta, pesci da nascondere e da dimenticare subito, perché dissimili da noi per provenienza sociale e di luogo, di censo e di cultura. Chi di noi, da questa parte, si definisce un corpo e un numero, chi dei " grandi " della terra ambirebbe ad avere simili " nome e cognome " vergati con un pennarello indelebile da un ragioniere della morte?