La famosa setta integralista islamica ha lanciato, giorni fa, un ultimatum non negoziabile ai cristiani ,perché lascino la Nigeria.
E questo è accaduto già da subito, dopo l'attentato di Madalla, vicino alla capitale Abuja.
Attentato che, come ben sappiamo, ha provocato la morte di almeno 200 persone, che si trovavano nella chiesa di cattolica di Santa Teresa per la messa del giorno di Natale.
Da allora ad oggi le cose non sono cambiate affatto e gli integralisti sono sempre più decisi a proseguire nella loro opera di epurazione, se i cristiani non si decideranno a fare fagotto e andare via definitivamente dal Paese.
Questo vale sopratutto per preti, suore, laici , che sono lì impegnati nell'opera di assistenza ai più poveri e bisognosi.
E ovviamente anche per quei nigeriani ,che sono di confessione cristiana.
Mi riferisco,quanto all'assistenza, in particolare all'alfabetizzazione di bambini e adulti nelle scuole di villaggio, alle eventuali cure sanitarie ,che possono essere prestate in luoghi dove manca di tutto e un modesto dispensario farmaceutico con personale infermieristico può talora risolvere un problema di salute e, forse, salvare la vita.
E comunque, tra un attentato e l'altro, sono più di dieci anni che il "cancro" del fondamentalismo islamico non dà tregua alla gente.
A questa povera gente in un Paese, la Nigeria che, per assurdo, è tra i più ricchi d'Africa, grazie al petrolio su cui galleggia.
Che fare?
Due anziane suore italiane, ad esempio, tra le rare presenze di religiose italiane in Nigeria, Semira (78 anni) e Concepita(63 anni) hanno deciso di restare ugualmente.
E lo fanno, in primis, perché considerano quella terra ormai la loro terra, dopo tanti anni di vita spesi in missione laggiù.
All'incirca più di vent'anni.
E poi, perché hanno aperto una scuola a Kaduna, una cittadina al confine tra il nord musulmano e il sud cristiano,che ospita ben 800 bambini di diverse etnìe e religioni.
E, appunto per questo,consapevoli dei bisogni del contesto, non hanno nessuna intenzione d'interrompere, a loro dire soltanto per via di stupide minacce, l'opera intrapresa con tanto amore e dedizione.
Questo per loro è, infatti, vivere il Vangelo con coerenza.
Perché la nuova Nigeria può nascere e nascerà, esse dicono, anche attraverso testimonianze del genere.
Non importa quale possa essere il prezzo da pagare.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)