Bokutachi no kōkan nikki (ボクたちの交換日記, The Last Chance: Diary of Comedians). Regia e sceneggiatura: Uchimura Teruyoshi. Fotografia: Kitayama Yoshihiro. Soggetto: dall romanzo “Geinin kōkan nikki ieronashi no monogatari” di Suzuki Osamu. Personaggi e interpreti: Itō Atsushi (Tanaka Yohei), Koide Keisuke (Komoto Koji), Nagasawa Masami (Kumi), Kimura Fumino (Maiko), Kawaguchi Haruna (Sakura), Sasaki Kuranosuke (Kawano Junya). Prodotto da: Aoki Yuko, Matsumoto Hitoshi, Hosoya Madoka, Iwata Yuji, Tamura Masahiro. Durata: 115 minuti. Anno: 2013.
Punteggio ★★★
Tanaka e Komoto sono un duo di comici che si esibisce nelle fiere e nei luna park. Il loro sodalizio è nato ai tempi delle scuole superiori ma nonostante l’impegno dei due, il successo tarda ad arrivare. Per tentare di sbloccare la situazione a Komoto viene un’idea: condividere pensieri, ricordi e riflessioni in un diario.
Dopo aver vinto l’iniziale resistenza di Tanaka, il progetto prende vita e la forma scritta permette ad entrambi di riconsiderare esperienze importanti e fa riemergere ricordi, a volte anche spiacevoli. Il duo finirà comunque per sciogliersi ad un certo punto, Tanaka continuerà ad esibirsi, con successo, con un nuovo partner artistico, mentre Komoto si dedicherà ad altra attività ed alla propria famiglia.
Dopo tanti anni sarà ancora il diario, che gli porta la figlia di Komoto, Sakura, a far reincontrare Tanaka con il suo amico Komoto, purtroppo oramai gravemente ammalato.
Diary of Comedians è un film che, se pur con la leggerezza della commedia, tocca temi universali: l’importanza di certe scelte nella vita, la sofferenza che accompagna il diventare grandi, il dolore che si prova quando si è costretti a rinunciare ad un sogno. Soprattutto è un film che si sofferma sul problema della comunicazione in un rapporto: i due ragazzi sono da sempre a stretto contatto, ma pare che non riescano ad aprirsi l’uno all’altro. Interpretano gag insieme ma non ce la fanno a parlarsi. Non comunicano, non si scambiano pensieri. Il diario, in questo, li aiuta: durante quasi tutto il film il regista ci mostra immagini di due persone che si sfiorano, che camminano l’una di fianco all’altra senza rivolgersi la parola, mentre le voci fuori campo, che propongono pensieri e ricordi, si intrecciano e finiscono per sopperire al vuoto comunicativo.
Il film si regge su di loro: Tanaka e Komoto costituiscono il classico duo di comici giapponesi ed hanno caratteri contrapposti: il primo è preciso e riflessivo, mentre l’altro appare da subito più estroverso e brillante (anche se sarà poi lui a rendersi conto di non poter continuare a fare il comico). Attorno ai due gravitano personaggi femminili meno interessanti, come Kumi, la fidanzata devota di Komoto, o Maiko, la collega che diventerà la moglie di Tanaka.
Uchimura dissemina nel film immagini di ciliegi in fiore, da sempre simbolo della bellezza della vita come cosa effimera, ma anche di rinascita, e dello scorrere del tempo: l’ultima esibizione dei due insieme avviene in un parco, proprio durante la fioritura, e sullo sfondo costituito del bagliore chiaro dei petali si stagliano le due figure. La sequenza finale, quella dell’incontro di Tanaka con l’amico, seduto su una carrozzella, li ritrae di fianco ad un giovane ciliegio fiorito.
Aspetto interessante nel film è che la “rinuncia al proprio sogno” (quello di Komoto di diventare un comico) venga tratteggiato dal regista non tanto come un fallimento personale (siamo abituati a storie in cui, almeno al cinema, si combatte fino alla morte per la realizzazione dei propri sogni), ma piuttosto come un’alternativa consapevole: il giovane sceglierà di rinunciare alla carriera artistica, e lo farà per trovare la propria realizzazione insieme alle persone che ama, la moglie e la figlia. [Claudia Bertolè]