SI PUO' FARE!
Ma non è stata indolore come notizia... Il superoculista dal quale sono andata pare essere più famoso di Belen Rodriguez e infatti per una visita con lui, in privato ovvio, ho aspettato ben 6 mesi. Ma non solo.
La visita era alle 15.40, sono arrivata alle 15.00 perchè ero -n'attimino eh- in ansia.
Le segretarie mi avevano avvisato che la visita sarebbe durata circa due ore, ho pensato 'marò chissà che supervisita mi farà questo se mi tiene lì due ore...'
Dopo una placida ora di attesa in sala d'aspetto sono andata a lamentarmi dalla simpatica segretaria oversize rammentandole che la mia visita era alle 15.40 ed eravamo già alle 16.45 e ancora non sapevo di che morte morire. 'Adesso la facciamo chiamare per gli esami'.
Negli ultimi giorni avevo parlato sostanzialmente con tutti della mia ansia del tabellone:
Sapevo di essere peggiorata, perchè io peggioro sempre. Sto di media 16 ore su 24 davanti al pc, è quasi matematico che peggiori. Inoltre porto sempre e solo le lenti a contatto (semirigide però) e mai gli occhiali quindi di fatto ai miei occhietti santi non dò mai un attimo di tregua.
Tuttavia durante la visita, al momento fatidico del tabellone (l'interrogazione la chiamo io, perchè per quanto studi non le azzeccherai mai tutte!) pare che le abbia imbroccate tutte. O, se non tutte, almeno larga parte perchè il mio prode oculista ha chiosato la visita dicendo: 'porti gli stessi occhiali che ti ho prescritto io 4 anni fa, non sei peggiorata quindi per me si può pensare all'operazione'. Ah bhè, non potete capire come ho reagito! Ho saltato sulla sedia, mi sono scese lacrime di commozione, mi rideva anche il culo!
In seconda battuta aggiunse 'visto che sei a Milano vai dal più bravo, vai da Vinciguerra'.
Bene, faccio io. Chiamiamo questo Vinciguerra: prima visita disponibile a dicembre.
E qui arriviamo a ieri e alla mia ansia del tabellone. Posto che immaginavo di aver goduto di una buona dose di culo lo scorso giugno, avevo il timore di sbagliare l'interrogazione del tabellone, mostrare segni di peggioramento della miopia e dire addio per sempre (o per almeno un altro paio di anni) all'operazione che sogno da due decenni.
Mi chiamano per i primi esami: 'guarda la lucetta rossa, guarda il puntino bianco, tieni aperto grande grande... sbatti l'occhio....guarda la mongolfiera.... ferma...apri bene bene l'occhio....'.
Poi mi chiamano per i successivi esami (mai un medico che si presenti eh...se non l'avessi cercato su internet questo Vinciguerra non avrei saputo che sarebbe stato il terzo che mi avrebbe poi visitata): 'ferma qua che ti metto delle gocce...' e arriva il momento tabellone.
'Dimmi le lettere che vedi' - 'Eeeeeh... mmmmh... no guarda che non ci vedo niente..'
vrrr click
'E adesso?' - 'mmmh, no niente'
Io già nel panico del 'oddio vuoi veramente che non ci veda così tanto?' Perchè di fatto vedevo il minitabellone ma era molto annebbiato, come se le lenti dalle quali stavo guardando fossero unte. Ero spaventata dall'idea di dire che non ci vedevo una mina ma ero anche quasi certa che la colpa non fosse mia. Quindi aggiungo 'guarda che forse le lenti sono sporche...'
Lui me le pulisce e finalmente comincio a vedere le lettere dell'alfabeto.
'allora D E F P' -click- 'e adesso?' -click - 'S P O B' - 'e adesso?'-click- 'mmmh. L'ultima è una P. Poi la seconda una C... la terza è una D e la...' -click- 'e adesso? meglio o peggio?' - 'mmmh allora la seconda è una E...l'ultima una P e......' - click- 'e adesso? meglio o peggio?' [pausa] - 'eh. Mmmh. Allora direi lievemente meglio...vedo che l'ultima è una A....' -click- 'e adesso? meglio o peggio?'
Insomma andiamo avanti con questo giochino del 'meglio o peggio' che mi ricordava molto la pistola alla tempia della Bignardi. Alla fine del giochino però non sapevo quante ne avessi prese ma il mio sesto senso non mi diceva che ne avevo colpite e affondate poi molte.
Pazientemente, dopo anestetico e il collirio dilata pupille, torno in sala d'aspetto convinta che ora mi manchi solo che mi veda il mio prode Superoculista.
Il ciccino bello mi chiama di lì a poco ed esordisce con: 'Lei porta degli occhiali troppo poco forti per quello che le serve'.
Lui rimane sempre molto serio, io abbozzo un mezzo sorriso cercando di recuperare -non di certo per sedurlo ma per farmi dare le notizie successive con un filino di maggiore empatia- e spiego che, se avesse dato un occhio alle carte delle mie precedenti visite avrebbe visto che gli occhiali che indossavo ieri erano di 4 anni fa ma la mia gradazione reale poteva essere considerata solo quella delle lenti a contatto che cambio ogni due anni, e non quella degli occhiali che non uso mai e che cambio al massimo una volta ogni 4.
Gli porgo le carte, ordinatamente disposte in ordine cronologico dalla più recente alla meno, gli allungo anche la cartellina separata con tutti i documenti riguardanti solo le lenti e lui, sempre serissimo senza muovere un sopracciglio:
-' ah ok. bhè.... qui allora è diverso. Allora ci siamo.'
- '...' [io ancora non capivo]
- 'si perchè vede lei ha gli occhiali a -6 ma le lenti sono a 6.50...rifacciamo l'esame [del tabellone]'-
E' proprio vero che gli esami non finiscono mai.
Vrrrr. Scende il visore.
Click. Nel tabellone c'era solo una E grande quanto un quaderno.
- 'E'
- 'Ora?'
Le immagini rimpiccioliscono sempre di più. Sia lo junior che mi aveva fatto l'interrogazione prima che il superoculista poi, vedo che si accaniscono particolarmente con il mio occhio sinistro.
Mi toglie la visione dimezzata, e mi fa l'interrogazione a entrambi gli occhi aperti.
Mi pare che le imbrocco quasi tutte. Riprende il tono serio e dimesso che non ha mai lasciato e:
- 'Direi quindi che..................'
-'...'
- '..........Per una miopia così alta.......'
- '...'
- '..........Si possano ottenere..............'
- '...'
-'..........Dei risultati ottimi..................'
- '...'
- 'Con l'intervento.'
[I miei occhi s'inondano di lacrime]
-'Ma veramente?'
-'Sì perchè di fatto le potrebbe rimanere un 0.50 che sarebbe come lei vede ora con gli occhiali rispetto a quando vede con le lenti. Potrebbe indossare gli occhiali solo la sera per vedere la televisione, o al cinema o per guidare se è affaticata. Ma di certo è un grosso cambiamento di vita'.
Nella mia testa avviene come un esplosione. Volevo la mamma affianco a me perchè magari potevano esserci (e sicuramente c'erano) una serie di domande che avrei potuto fare ma che non ho fatto perchè non ci capivo più niente.
Ero troppo felice, esplodevo di gioia.
Volevo piangere, abbracciarlo, urlare.
Quei 10 minuti che erano cominciati così male si erano letteralmente ribaltati, e stavamo quindi parlando della possibilità di operarmi già tra due settimane.
Sono uscita e tornata in sala d'aspetto, rincoglionita come se mi avessero preso a sberle per due ore.
La segretaria oversize mi consegna delle carte, liste di medicinali da preparare, consensi da firmare, preventivi di fatture.
Parlo con mia madre al telefono che mi dice 'fallo subito, anche a dicembre'. Sono psicologicamente pronta ad andare in clinica tra due settimane se non fosse che, a causa di un farmaco che ho cominciato a prendere da pochi giorni, sono costretta ad aspettare. Almeno fino a febbraio.
Non nego che la cosa mi abbia notevolmente infastidita, anche perchè nel giro di mezzora ho subìto una serie di notizie al limite del cardiopalma: prima NO, poi SI, poi SI e ORA e infine SI MA DOPO.
Machiseneincula.
Sono -quasi- libera!
Amiche grazie a tutte per il supporto, siete fantastiche!
Mancano due mesi circa, ma io già vi avviso: dal momento dell'operazione non credo che potrò mettermi davanti al pc per almeno due settimane. Farò in modo che escano dei bollettini sanitari dalla clinica, pagherò qualcuno per postare, non lo so.
Però cazzo... ma ci pensate? La prossima estate farò il mio primo tuffo in acqua dal 1995!