Cinque cinesi - due regolari e tre clandestini - provenienti da Prato sono stati arrestati dalla Squadra Mobile della Questura di Bologna perchè ritenuti componenti di un gruppo criminale specializzato in rapine a connazionali «con rilevanti disponibilità economiche», all' interno di ville e appartamenti.
Precisi a livello maniacale nell'organizzare le rapine, sempre ai danni di connazionali benestanti, e i cui proventi venivano in gran parte spesi nel gioco d'azzardo, all'interno di bische cinesi.
È l'identikit della banda di cinque delinquenti, tutti cinesi e domiciliati a Prato, arrestati dalla squadra Mobile di Bologna al termine di una 'indagine-lampò, avviata dopo un violento assalto avvenuto il 28 gennaio in via Bellettini, in zona Fiera.
Un'intera famiglia di origine cinese (la moglie gestisce un ristorante in città) era stata rapinata in casa da un gruppo di connazionali, fuggiti con un bottino di oltre 10.000 euro, fra soldi e oggetti di valore, dopo avere immobilizzato con nastro da pacchi cinque persone, tra cui una bambina di dieci anni. Nell'operazione, chiamata «Li Mei» cinque cinesi, due regolari e tre clandestini fra i 32 e i 56 anni, sono finiti in carcere con le accuse di rapina aggravata e tentata rapina in concorso.
Le indagini, fatte soprattutto con intercettazioni telefoniche vista la impermeabilità della comunità cinese, hanno portato gli investigatori nella zona di Prato. Nelle conversazioni, ascoltate dalla polizia con l'aiuto di interpreti, il gruppetto parlava piuttosto esplicitamente di rapine da mettere a segno in case e ville in varie città del Nord (Brescia, Rovigo, Bologna), sempre ai danni di altri cinesi con buone disponibilità economiche e situazioni familiari "facili", cioè con la presenza di donne e bambini.
Gli agenti hanno deciso di intervenire all'alba del 24 febbraio, quando la banda stava per compiere un nuovo assalto a casa di un imprenditore tessile cinese, che abita con moglie e figlio piccolo in zona Corticella, alla periferia di Bologna. Vistisi scoperti, i cinque sono fuggiti ma la loro auto è stata fermata a un posto di blocco allestito al casello autostradale di Casalecchio.
A bordo c'era tutto l'armamentario necessario a fare la rapina: bastoni, coltelli, un machete, guanti e fascette di plastica per legare le vittime. Sulla vettura sono state recuperate anche alcune banconote da collezione che erano state rubate in occasione della rapina del 28 gennaio.
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