Bolzaneto: il Governo offre 45mila euro di risarcimento per i danni morali subiti dalle vittime

Creato il 10 gennaio 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

Quarantacinquemila euro di risarcimento dei danni morali subiti dalle vittime delle violenze di Bolzaneto che hanno presentato ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo. E’ la proposta di “conciliazione amichevole” presentata formalmente, in nome del governo italiano, dal ministero degli Esteri, competente per le cause davanti alla Corte di Strasburgo.

(fanpage.it)

Bolzaneto: il Governo offre 45mila euro di risarcimento per i danni morali subiti dalle vittime. La cifra è la stessa ottenuta da Arnaldo Cestaro, il manifestante vicentino che nel 2001, a 61 anni, venne picchiato durante l’irruzione della polizia alla Diaz. La richiesta di “conciliazione” riguarda, per ora, il primo dei due ricorsi ancora pendenti per gli abusi commessi all’interno della caserma: i firmatari sono 31, per oltre la metà stranieri. Il secondo ricorso è stato presentato da altri 32 manifestanti.

La lettera, scritta in inglese, è arrivata a Strasburgo ai primi di dicembre e nei giorni scorsi è stata resa nota ai diretti interessati, chiamati ora a decidere se accettare o meno e, quindi, se portare avanti o ritirare il ricorso. Prematuro indicarne l’orientamento, ma molti sarebbero decisi a dire “no”. Nel testo, il governo riconosce di non voler in nessun modo sminuire la “serietà e l’importanza degli episodi accaduti” a Bolzaneto e ammette gli abusi “gravissimi e deplorabili” commessi dagli operatori di polizia, che pure sarebbero stati condannati ad “effettive sanzioni”: ma una nuova condanna del nostro Paese appare altamente probabile, visto che la Corte europea non decide sul risarcimento ma giudica se c’è stata tortura e se c’è stata poi una punizione effettiva dei responsabili da parte dello Stato.

Con la sentenza Cestaro, Strasburgo aveva già riconosciuto l’esistenza di “un problema strutturale della legislazione italiana”, che continua a mancare oggi come allora della previsione del reato di tortura e che comunque applica una prescrizione troppo breve a quello di lesioni. Né aiuta che molti dei condannati per i fatti di Bolzaneto siano tuttora in servizio. Entrambi i ricorsi sono stati presentati per la violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea per i diritti dell’uomo che impone una punizione effettiva per i responsabili di “tortura” o “trattamenti inumani e degradanti”.


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