Bolzaneto: sono tutti colpevoli. Le torture al G8 di Genova

Creato il 20 aprile 2011 da Kappazeta

Grazie alle segnalazioni di Marco Trotta, torno a parlare di Genova, a pochi giorni dalla pubblicazione delle motivazioni della sentenza del processo di secondo grado contro gli imputati per le violenze alla caserma di Bolzaneto.

Il processo si era concluso con 44 condanne per generali della polizia penitenziaria, guardie carcerarie, ufficiali dell’Arma e militari, agenti e funzionari di polizia e medici. Nonostante la maggior parte dei reati sia prescritta, i responsabili dovranno comunque risarcire le vittime. I giudici, nelle oltre 600 pagine di motivazioni, mettono nero su bianco il fatto che i giovani passati per la caserma di Bolzaneto siano stati torturati e sottoposti a trattamenti inumani e degradanti.

Gli autori di queste violenze sono ancora in servizio. E il fatto che l’Italia non abbia ancora approvato il reato di tortura ha fatto andare in prescrizione molti dei reati commessi.

Il Comitato verità e giustizia per Genova ha commentato la vicenda:

Torniamo a chiedere la sospensione di tutti i condannati in questo e negli altri processi relativi alle violenze e ai falsi delle forze dell’ordine durante il G8 di Genova. E ricordiamo che nessun risarcimento è stato ancora pagato alle vittime di Bolzaneto, dopo dieci anni, e dopo due sentenze di condanna.

(…)

I vertici dello stato non possono fare finta di niente: l’Italia deve ripudiare la tortura, come finora non ha fatto, e voltare decisamente pagina. Il presidente della Repubblica non ha niente da dire? E i partiti dell’opposizione, i movimenti sociali, tutti quelli che in queste settimane si stanno battendo per la Giustizia?

Ma non è solo la politica a voler rimuovere i fatti del G8 di Genova del 2001, di cui quest’anno ricorre il decennale: troppo spesso anche i giornalisti italiani hanno relegato le notizie sui processi in poche righe su qualche pagina interna.

Quanto accaduto nel luglio del 2001 rappresenta una ferita mai rimarginata per la democrazia italiana e un punto di involuzione per quel che riguarda i diritti e gli spazi in cui esercitarli, come ha spiegato molto bene Lorenzo Guadagnucci nel libro Noi della Diaz.

generali della polizia penitenziaria, guardie
carcerarie, ufficiali dell'Arma e militari, agenti e funzionari di polizia,
persino quattro medici

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