Le povere vittime dell’attentato si rivolteranno nella tomba e nelle oscurità del ground zero ora che sono state vendute a nuovi e diversi disegni imperiali in cui i terroristi presumibilmente autori della strage sono divenuti alleati, pagati e armati nemmeno sottobanco, ma con una specifica delibera del Congresso.
Certo la finta guerra contro i tagliatori di teste dell’Isis in stretta alleanza con i tagliatori di teste sauditi, la pervicacia con cui viene combattuto Assad, per derubare la Siria delle sue risorse energetiche grazie ai terroristi “buoni ” e a una campagna mediatica tra le più fasulle e vergognose mai viste in occidente, hanno ricevuto un formidabile colpo di maglio dall’entrata in scena attiva della Russia. Gli Usa e i loro servili alleati sono sotto choc e reagiscono scompostamente non accorgendosi nemmeno di mettere a nudo il loro gioco: è stato un trauma scoprire che sta venendo meno la possibilità di imporre tutto ciò che vogliono senza avere alcun avversario a contenere i loro piani e ancor più spiacevole è la constatazione che a questo punto la conservazione di un’egemonia simile a quella instauratasi negli anni ’80 non può prescindere dalla guerra. L’intervento potente e deciso dell’aviazione russa contro i terroristi di casa America significa proprio questo: che la commedia dell’Isis combattuta a parole e rifornita di fatto, tutto il gioco della Turchia neo ottomana e dell’Arabia saudita, tutto il caos statunitense volto a tenere in scacco il medio oriente e le sue risorse, devono fare i conti con nuovi limiti, con una “frontiera” che non può essere valicata se non con un conflitto globale dall’esito letale oppure facendo ciò che gli Usa non sono abituati a fare, ossia un lungo passo indietro.
Che dovrà essere fatto se non si vuole dare prima o poi la parola alle armi globali, quanto meno lasciando allo stato siriano ( ed è ciò che sostanzialmente interessa a Mosca) le regioni costiere, ovvero quelle interessate dai ricchi giacimenti di gas, smettendola di fingere una guerra civile pagata a cottimo. Tutto dipende a mio giudizio da chi comanda davvero a Washington, se l’amministrazione regolarmente in carica o le varie lobby e gruppi di pressione che oltre a tenere in pugno il congresso, sono in prima fila nel creare le condizioni del caos e a gestirlo nella sua espressione mediatica. A questi ultimi, espressione del capitalismo finanziario in crisi e tentato dalla guerra come uscita da una strada senza sbocchi, gliene importa pochissimo di tutto ciò che non riguarda il loro potere. Loro possono e vogliono sfruttare anche i morti. Sono loro i veri e unici terroristi.