Che dire del suo discorso? Noi tutti auspichiamo che non solo le sue previsioni per il futuro della medicina si verifichino ma soprattutto che si attuino presto degli investimenti su questa specifica ricerca, ovvero quella sulla medicina rigenerativa. In caso contrario l'invecchiamento della popolazione porterà alla immobilità lavorativa e alla ospedalizzazione di gran parte delle persone nei paesi ricchi, i quali, vista la loro bassa natalità avranno smisurati problemi a gestire il crack finanziario che deriverà dal non poter pagare più le pensioni a un esercito di vecchi. Al contrario, tenendo in buona salute gli ultrasessantennni essi potrebbero ancora dare il loro contributo alla società e vivere una esistenza priva delle piaghe della vecchiaia. La soluzione esiste ed è di seguito; basta solo metterci i soldi!
Esistono e esisteranno sempre le tradizionali terapie farmacologiche e chirurgiche, di cui ci sarà sempre bisogno. Ma accanto a quelle si stanno aprendo oggi due altri grandi capitoli: quello dei trapianti e quello della terapia genica. È difficile dire quale dei due darà di più ma su entrambi i fronti sentirete presto parlare di qualche grande novità. La terapia genica è la possibilità di prendere la cellula che contiene un gene che non funziona, togliere il gene che non funziona e metterle il gene funzionante; oppure lasciare il gene che non funziona, se non da' fastidio, e aggiungervi un gene funzionante. Tutto ciò è presto detto, ma fra il dire e il fare c'è un bel po' di strada. Questa resta comunque la grande speranza nella terapia del domani.
Infine ho introdotto l'invecchiamento e la senescenza perché sono argomenti che stanno a cuore a tutti e sui quali si è di recente imparato qualche cosa. Si è capito per esempio che si invecchia per almeno due motivi. In primo luogo, si invecchia perché le parti del nostro corpo si logorano, come tutte le componenti meccaniche di una macchina. A differenza di queste ultime, le parti logore del nostro corpo vengono riparate, ma la prontezza e l'efficienza di queste riparazioni declinano con l'età. Conoscere i geni che sovrintendono a queste riparazioni vuol dire comprenderne il meccanismo e eventualmente coadiuvarne l'azione. Ma non si invecchia soltanto per questo logoramento. Invecchiamo anche perché dentro di noi abbiamo degli orologi biologici che tengono il tempo e che ad un certo momento dicono basta o giù di li'.
Abbiamo cominciato a fare un inventario di questi geni partendo dagli animali inferiori: il moscerino della frutta, la famoso drosofila, e un vermetto ancora più minuscolo chiamato C. elegans. In queste due specie sono stati individuati geni capaci di prolungarne considerevolmente la vita. Si tratta di specie molto lontane dalla nostra, ma la biologia di questi ultimi venti anni dimostra che ciò che è vero per un moscerino è quasi sempre vero anche per noi. Recentemente è stato riportato da un laboratorio italiano, quello di Pier Giuseppe Pelicci a Milano, l'isolamento di un gene di topo che ne prolunga l'esistenza del 30-35%. La via è lunga ma anche noi abbiamo allungato il passo.
Quale può essere la conclusione di tutto questo discorso? A forza di studiare e di applicare in maniera intelligente quello che si è imparato si può aiutare i singoli individui e modificare la società e il nostro stesso essere. Come cittadini verremo sempre più spesso chiamati a decidere su che cosa si debba e su che cosa non si debba fare in questo campo ed è auspicabile che dovendo prendere delle decisioni, lo si faccia nella maniera più informata e più razionale possibile. Oggi sapere e tenersi al corrente è indispensabile, per decidere e per poterci prendere le nostre responsabilità.