Scovare angoli d’arte interessanti a pochi passi da casa, in luoghi sperduti ma non per questo abbandonati o incolti, è una delle cose che amo. Girovagare alla ricerca di stupori, gli occhi aperti, i sensi all’erta.
BondArte è una di queste sorprese. Decido di visitarla il primo giorno dell’anno e un silenzio pacato mi avvolge; non un silenzio di abbandono, ma un silenzio di creazione.
a cui seguì, sempre ad opera di Celso Tempia, la “Madonna De Bois” nel 1967.
Un’arte antica l’affresco, un’arte che si rinnova e così, nel 1986, su spinta dell’artista Gastone Cecconello, i muri della Bonda, si abbelliscono, anno per anno, di arte, di creatività, di illusione, di parole, di bellezza.
Il lavatoio è parete viva di Museo, nessuna rigidità in esso, ma puro movimento.
A seguire, vi invito a vedere l’album di foto che ieri ho scattato alla Bonda, ben poca cosa rispetto a ciò che vi è custodito.
Un assaggio, una spinta, un consiglio per una giornata di pace e scoperta, uno stimolo a rivedere, nell’arte, una continua rinascita alla vita.
Da ultimo, voglio citare i lavori di Paolo Tempia Bonda, compagno di Liceo, nipote di Celso Tempia: una natura dinastica che persegue il suo cammino.
Il sito di Bondarte è qui
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