Trama: in una cittadina di frontiera ai tempi del Far West, alcune persone vengono rapite da indiani cannibali. Lo sceriffo, assieme all'anziano vice e altri due uomini, vanno al salvataggio ma l'impresa si rivelerà molto pericolosa...
Oltre al cinema di fantascienza, un altro genere che non ho mai apprezzato più di tanto è il western (non cominciamo a nominare Django Unchained e il prossimo The Hateful Eight. Quello è aMMore, non western). E' per questo forse che, nonostante Bone Tomahawk abbia subito fatto gridare al miracolo quasi tutti i blogger che maggiormente stimo, la parte iniziale mi ha lasciata un po' freddina. Diciamo che ci ho messo del tempo per apprezzare i personaggi e le atmosfere, aiutata da una piccola spinta chiamata "David Arquette", attore al quale voglio notoriamente benissimo e che purtroppo si vede solo una decina di minuti scarsi ma una volta entrata nel mood è stato impossibile tirarmene fuori. Bone Tomahawk è infatti un western che solo verso la fine si colora di horror, un cinema di frontiera dal sapore antico che incontra le colline occhiute di Wes Craven e sviscera un orrore che preferisce celarsi tra le sterpaglie del torrido ed assolato deserto piuttosto che nelle ombre; prima ancora degli indiani cannibali, il vero orrore nel film di Zahler sono l'impossibilità di comunicare con la cittadina lontana, la consapevolezza che ogni minuto di sonno potrebbe significare la morte di chi si è andati a salvare oppure l'occasione per un bandito di prendersi la nostra vita, una "banalissima" gamba ingessata, la mancanza di acqua e viveri, l'ignoranza rispetto all'ambiente che ci circonda, l'età che comincia a farsi sentire e soprattutto la perdita di speranza o presenza di spirito. I protagonisti di Bone Tomahawk sono tutti carismatici a modo loro ma non sono affatto superuomini ed ognuno cerca di rendersi utile come può, dolorosamente consapevole dei propri limiti eppure pronto a superarli per riportare a casa le persone amate ed impedire che gli inermi cittadini vengano a poco a poco trucidati da una minaccia che pare quasi uscita da una leggenda superstiziosa.
Gli amanti del western impazziranno dunque per il modo in cui è stata diretta e scritta buona parte del film, impreziosito da una fotografia particolare che parrebbe quasi voler "spegnere" il calore del deserto con le fredde nebbie della morte, ma anche gli amanti dell'horror hanno di che gioire davanti a Bone Tomahawk e non parlo solo del sanguinosetto cameo di Sid Haig ma anche delle trucissime scene ambientate all'interno della grotta dei cannibali e, soprattutto, del modo assai realistico in cui sono state realizzate ferite "classiche" come quelle fatte da una freccia. Ai momenti di violenza "visiva" si accompagnano quelli ben più intensi di violenza psicologica, alimentati da un senso di minacciosa attesa che prende volentieri a schiaffi quello ben più puerile del Green Inferno di Eli Roth; il confronto finale tra Kurt Russel e il capo dei cannibali è da cardiopalma ma non è da meno l'operazione che subisce ad un certo punto Patrick Wilson, il quale si riconferma qui un grandissimo attore. Altro punto a favore di Bone Tomahawk è un cast di prim'ordine che sfrutta al meglio un duro come Kurt Russel, un caratterista di lusso come Richard Jenkins (il racconto del circo delle pulci sarà probabilmente inutile ai fini della storia ma ho pianto come una maledetta, ho adorato il vecchio Chicory) e un Matthew Fox che forse meriterebbe un po' più fortuna rispetto alla suo costante e quasi esclusivo impiego in ruoli televisivi. Come vedete, lo strano ibrido horror/western di Zahler mi ha lentamente conquistata nonostante la mia naturale ritrosia nei confronti del genere; aspettando The Hateful Eight mi sono degnamente consolata e consiglio a voi di guardare Bone Tomahawk nell'attesa che arrivi il febbraio dell'aMMore!
Di Kurt Russell (Sceriffo Hunt), Patrick Wilson (Arthur), Richard Jenkins (Chicory), David Arquette (Purvis) e Sid Haig (Buddy) ho già parlato ai rispettivi link.
S. Craig Zahler è il regista e sceneggiatore della pellicola, al suo primo lavoro dietro la macchina da presa. Americano, anche compositore, ha 42 anni.
Matthew Fox interpreta Brooder. Americano, lo ricordo per film come World War Z e soprattutto per la serie Lost, oltre che per Party of Five. Anche regista, ha 49 anni e film in uscita.
Il progetto di girare Bone Tomahawk risale al 2012 e per allora ad interpretare i coniugi O'Dwyer avrebbero dovuto esserci Peter Sarsgaard e Jennifer Carpenter, con Timothy Olyphant nel ruolo di Brooder; la realizzazione della pellicola è stata poi rimandata, gli attori cambiati e per un po' Jim Broadbent ha addirittura sostituito Richard Jenkins, impossibilitato a partecipare proprio per i ritardi legati alla produzione. Detto questo, se Bone Tomahawk vi fosse piaciuto recuperate L'insaziabile. ENJOY!