Bonifacio è un altro discorso.
Perchè per quanto belle siano le spiagge della Corsica, Bonifacio fa parte di quelle cose (poche, nella vita) che oltre a essere belle sono uniche.
Tanto che è difficile spiegare con parole quello che già dalle foto si riesce minimamente a percepire.
Già da quando arrivi Bonifacio ti rendi conto della sua unicità.
Perchè sei sulla statale che arriva da Bastia, colline e montagne alla tua destra, ogni tanto il mare che sbuca alla tua sinistra.
Poi, all’improvviso, la strada si stringe e si fa a curve. Vedi le prime rocce di calcare con le loro caratteristiche erosioni orizzontali.
Svolti ed ecco la Marina di Bonifacio.
E ancora non ci capisci nulla.
Il paese con la fortezza è lassù in alto, in fondo a questo fiordo, e tu ancora non sai come ci arrivi né, soprattutto, dov’è il mare.
Solo quando il vaporetto si stacca dal porto e inizia a percorrere il fiordo tu cominci a realizzare come funzioni il tutto.
La natura si è inventata questo scherzo del fiordo in calcare in un’isola di granito e gli uomini, da seimila anni in qua, ci hanno costruito sopra questa rocca quasi inviolabile, alta sul passaggio delle navi nelle agitatissime Bocche.
Già così sarebbe sufficiente a creare un posto unico.
Ma poi ci si sono messi il mare e il vento, che hanno disegnato le falesie scavandole tanto che le estreme case del paese, quelle che si prendono il maestrale in faccia per nove mesi all’anno quando va bene, sono letteralmente sul vuoto.
Dal belvedere che sta là sopra, alla fine dei caruggi genovesi e dietro alla chiesa pisana, le Bocche sono uno sfondo da presepe, con il faraglione di calcare che i francesi chiamano “granello di sabbia” e la moderna torre di controllo per la gestione del traffico nello stretto, con la speranza che a nessuna nave, di quelle di oggi, capiti uno dei plateali naufragi che ne hanno contraddistinto la storia.
Fuori, sulla scogliera, si ritaglia nella falesia la straordinaria scala artificiale “del Re d’Aragona”, costruita nel 1420 per l’approvvigionamento dell’acqua dolce e arricchita poi con una bella leggenda.
E, come se non bastasse il tutto, le grandi grotte scavate nella falesia.
Poi, ahimè si rientra alla marina.
Si prende la macchina, si attraversa il tunnel magico e si torna nel mondo reale.
Che, nel caso della Corsica del sud, è fantastico.
Ma non è unico.