- Le Dernier Combat – 1982 – ♥♥♥♥ -
di
Luc Besson
In un’ epoca cinematografica come quella attuale, dove i film catastrofici e che preannunciano un mondo distrutto si sprecano credo sia giusto ritornare un pò indietro nel tempo fino all’ anno 1982 e in particolare a questa piccola grande opera prima del francese Luc Besson (noto poi per Nikita, Leòn e Il Quinto Elemento). Ne Le Dernier Combat lo scenario è sempre quello post- apocalittico, anche se non interessa sapere come si sia giunti a quel punto, e l’ umanità è ridotta alla disperazione, ormai incapace di usare le proprie corde vocali per dialogare, quasi come col tempo si fossero atrofizzate per il poco uso. L’ unico modo per sopravvivere sembra essere quello di muoversi velocemente per anticipare i movimenti di coloro che usano la violenza e la forza come una vera e propria arma di salvezza. Due solamente sembrano essere gli “oggetti” del potere per i pochi sopravvissuti: possedere un nano capace di intrufolarsi all’ interno dei condotti alla ricerca dell’ ultima acqua rimasta e avere una donna da tenere segretamente come bene prezioso per il proseguimento della specie, e non solo. C’è sicuramente molto di quello che sarà il Besson che tutti abbiamo conosciuto e apprezzato in seguito. C’è un piano sequenza d’ apertura, caratteristica che contraddistinguerà tutti i film del regista francese, che già da solo ripaga ampiamente il tempo utilizzato per la visione del film, ma soprattutto ci sono delle straordinarie interpretazioni degli attori che nonostante non siano dotati di parola sono perfettamente diretti nelle loro espressioni che rendono la narrazione pura espressione visiva di immagini che si susseguono. La musica elettronic-jazz di Eric Serra è quasi ipnotizzante e accompagna in maniera suggestiva tutte le vicende che i protagonisti sullo schermo attraversano. I protagonisti, che di fatto si possono enumerare in solamente tre, sono lentamente svelati nelle loro caratteristiche e nelle funzioni, negative o positive, che svolgono ai fini della storia. Jean Reno si distingue ottimamente nel ruolo di una sorta di bruto condottiero che dotato di un’ armatura dalle reminiscenze medievali vorrebbe giungere a quella tanto ambita donna che è tenuta segretamente custodita da un medico all’ interno di quello che forse un tempo fù un ospedale o una prigione. Non mancano le delicate sequenze dalle parvenze surreali come la pioggia di pesci che sembra essere una vera e propria benedizione dal cielo. Le Dernier Combat è un delicato monito che attraverso l’ assenza del dialogo invita a valorizzare maggiormente la funzione di quest’ ultimo per tutti gli esseri umani che senza di questo sarebbero condannati ad un futuro fatto di violenza e nichilismo. E’ un film che rappresenta la contrapposizione di due diverse predisposizioni dell’ animo umano: quella del predominio ottenuto grazie all’ astuzia e alla forza e al contrario quella che invece invita a ricercare nuovi mezzi (come la sperimentale macchina ad ossigeno che sembrerebbe riportare le persone all’ uso della parola) per cooperare insieme attraverso lo sviluppo, il dialogo e la comprensione. L’ unico appunto negativo sono alcuni buchi di sceneggiatura (per tutto il film Besson ci fa vedere gli innumerevoli tentativi che il “bruto” Jean Reno utilizza per accedere all’ interno del carcere-ospedale dove una delle ultime donne è trattenuta e poi improvvisamente lo vediamo all’ interno di essa), che però nulla tolgono ai virtuosismi tecnici o al significato metacinematografico che il film intende esprimere. Il finale è quasi catartico e vede il protagonista e co-sceneggiatore Pierre Jolivet ricercare una sorta di vendetta dopo tutti i torti subiti alla ricerca di quell’ ambito premio che in quell’ epoca apocalittica ha assunto ormai il valore di una vera e propria chimera.
( Lottare per una donna)
( Bonjour )