Credo che conosciate tutti Malala Yosafzai: lei è una ragazza pakistana, diventata ormai il simbolo mondiale del diritto all’educazi
In occasione del suo compleanno Malala ha lanciato una campagna intitolata proprio #Booksnotbullets, che vuol dire libri, non proiettili, invitando i leader del mondo a scegliere libri e non le pallottole. Ci ha pensato lei a dare il via, scegliendo Il Diario di Anna Frank: la richiesta che ha fatto a tutti è stata quella di pubblicare un selfie con il proprio libro preferito e di condividerla per sensibilizzare il mondo, politico e non, all’importanza dell’educazione, affinché essa rientri nelle spese primarie di ogni stato.
Le contrapposizioni tra libri e proiettili, diventati i due simboli della campagna, sono paradossali e sono molte: la cultura della pace, contro l’ignoranza della guerra è quello che può venire immediatamente in mente; il fatto che il sapere, la conoscenza, sia l’arma più potente; poi la richiesta della stessa Malala di spendere più per l’istruzione e meno per l’esercito e le campagne militari; e poi i numeri, che come sempre fanno riflettere: Malala ha citato infatti un rapporto globale della campagna Education for all, guidata dall’Unesco, che dichiara che le spese militari accumulate nel mondo in otto giorni, basterebbero a garantire dodici anni di istruzione, primaria e secondaria, a tutte le ragazze del mondo. Solo otto giorni. Ecco perché libri, non pallottole.
In Pakistan, sempre secondo i dati dell’Unesco, sono più di 4,5 milioni le bambine che non vanno a scuola e gli analfabeti sono 49,5 milioni – per i due terzi donne – su una popolazione di oltre 196 milioni di persone. A Malala, il premier pakistano Nawaz Sharif ha assicurato l’impegno ad aumentare fino al 4% del Pil le spese per l’istruzione. Nel mondo, invece, sono circa 59 milioni i bambini che non
Per tornare alla campagna, le adesioni su Twitter sono state numerosissime, e sono collegate dagli hashtag #booksnotbullets #malala o anche #librinonarmi, quindi potete visualizzarli facilmente. Ma ciò che mi ha colpito di più sono state le ragazze di questo articolo Girls From Pakistan To Kenya Inspire Us To Choose #BooksNotBullets. Ragazze con il velo e non, da ogni parte del mondo, che chiedono il loro diritto all’istruzione e quello di molte altre come loro…
E voi avete partecipato? Potete immaginare come sarebbe non godere di un diritto fondamentale come quello allo studio, quando intorno a voi vengono sprecati miliardi in armi? Come sarebbe essere quasi uccisi mentre si cerca di andare a scuola?
E com’è invece sapere che l’istruzione è l’ultima cosa di cui il proprio Paese si cura? Questo lo sapete già…
Bookchiacchierando: Libri non armi (#booksnotbullets)
Creato il 11 luglio 2015 da Coilibriinparadiso @daliciampaPotrebbero interessarti anche :