BookSalad: fate spazio ai giovani editori
Creato il 18 aprile 2012 da Dida
Un nome come Booksalad non passa di certo inosservato e, quando a portare questo nome è una giovane casa editrice, la voglia di scoprire cosa c’è dietro è tanta. La Booksalad, selezionata fra le migliori nuove proposte editoriali che esporranno al Salone del Libro 2012, nasce dall’amore dei suoi fondatori per la letteratura, che hanno voluto trasformare una passione in un progetto concreto. La Booksalad si pone come casa editrice innovativa e attenta alle esigenze del lettore. Si darà infatti molto spazio agli ebook che, grazie al prezzo accattivante e alla facilità di acquisto, stanno conquistando un posto nel cuore dei lettori. Gli ebook saranno affiancati anche dalle classiche pubblicazioni cartacee, le quali saranno presentate ai possibili acquirenti con una serie di booktrailer.I primi titoli in programma sono a mio parere molto interessanti e dopo due chiacchiere con Anna-Sophie Grashofer, una delle fondatrici della Booksalad, sono sempre più curiosa di scoprire e di leggere tutte le novità che questa giovane casa editrice ci vorrà proporre. Ecco la mini intervista che ho avuto il piacere di fare:Partiamo dal nome: perchè Booksalad?Desideravamo avere un nome che colpisse e rimanesse nella memoria. Siamo giovani, siamo agli inizi e quindi volevamo dare anche un senso di fresco e innovazione. La connessione tra “Book” e “Salad” è quindi venuta in automatico. E’ atipico come nome lo sappiamo, ma è proprio questa particolarità che forse lo può rendere piu’ visibile e piu’ accattivante di altri.Inoltre, dato che noi fondatori della Booksalad veniamo da due paesi diversi, dalla Germania e dall’Italia, vogliamo che il carattere della casa editrice diventi internazionale. Al momento pubblichiamo solamente libri italiani, ma presto ci piacerebbe abbinare anche una collana di soli autori tedeschi. Quando il sogno e le idee sono diventati realtà ?L’idea di aprire una casa editrice è stata frutto della nostra voglia di creare qualcosa assieme, qualcosa che ci unisse e fosse figlio dei nostri interessi, delle nostre passioni. Entrambi sapevamo poco sul mondo editoriale, sulla stampa, sui refusi e i distributori, ma la voglia di pubblicare libri, di diffondere messaggi è stata piu’ forte dei timori. Seguendo il nostro sogno, tutto nel tempo diventerà piu’ semplice e si aggiusterà. Siamo convinti che desiderando fortemente una cosa si può arrivare dove si vuole! Grazie ad una collaborazione con la “Libera Università dell’Autobiografia” di Anghiari, e in particolare con il Prof. Duccio Demetrio, dell’Università Milano Bicocca, abbiamo avuto il piacere di conoscere l’autore del nostro primo libro, con il quale è nata una stretta collaborazione. Siete pro o contro l’editoria a pagamento?Siamo assolutamente contrari all’editoria a pagamento. Tutti i servizi che offriamo agli scrittori che pubblicheranno con noi, infatti, saranno totalmente gratuiti. Secondo noi ognuno deve fare il suo mestiere a proprie spese: lo scrittore scrivere e l’editore pubblicare (se crede nel progetto). Secondo noi è poco serio chiedere contributi dagli autori, perché questo sistema tende ad abbassare la qualità dei libri in uscita. Dato che noi abbiamo tutto il rischio sulle nostre spalle, abbiamo anche la libertà di scegliere solo testi nei quali veramente crediamo e pensiamo avranno successo. A che tipo di collaboratori vi affidate?Ovviamente esterni e volti a ogni aspetto di cura dell’immagine e del contenuto. Abbiamo chi segue la grafica, un ufficio stampa, chi impagina e chi rivede i testi. E’ ovvio che il tutto tendiamo a farlo con la minor spesa possibile, ma fortunatamente ho amici nel settore che non mi negano mai un aiuto. I primi titoli in programma?I primi titoli programmati sono: “Cento giorni sul comò” di Pino Tossici, una bellissima autobiografia ricca di aneddoti e riflessioni. La postfazione è curata da Duccio Demetrio il padre dell’autobiografismo terapeutico. L’altro è un romanzo, “Fegato e cuore” di Alessandro Marchi, giovane autore al suo secondo libro. I due testi appartengono a due collane differenti e sono anche lontani anni luce l’una dall’altra, ma noi cerchiamo di offrire al lettore esperienze ed emozioni diverse.Da lettori: cosa manca all’editoria italiana?Forse a volte manca un po’ di coraggio e vitalità. Molto spesso i grandi gruppi sono orientati solo al profitto e i piccoli editori spesso troppo idealisti e poco pratici (quindi non sopravvivono). Noi ci auguriamo di essere quel mix giusto per offrire qualcosa di diverso e duraturo.Da editori: cosa manca ai lettori italiani?Non direi che ai lettori italiani manca qualcosa (semmai sono pochi). L’importante è che non perdano la voglia di scoprire i libri ed il piacere che trasmettono e ci si augura che a volte abbiano voglia di provare una nuova casa editrice, magari piccola e sconosciuta, e non solo quella famosa che vende l’autore già affermato. Ai lettori italiani direi: “Non comprate solo i bestseller provate anche autori nuovi di editori nuovi. Forse scoprite anche emozioni sconosciute….”Alla prossimaDiana
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