Boom di imprese attive nell’e-commerce in Italia: nel 2016 si stima ci sarà una crescita del 165,4%

Creato il 23 gennaio 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

Secondo le stime Confesercenti, nel 2016 saranno quasi 16mila, il 165,4% in più rispetto al 2009, e raggiungeranno quota 50mila già nel 2025. Ancora tante differenze tra le regioni: le imprese più attive online sono concentrate tra Lombardia e Lazio. In ritardo ancora gran parte dei pubblici esercizi.

(vvox.it)

Gli imprenditori che si dedicano alla vendita via web sono più giovani della media: 39,7 anni contro 48,2, tanto che la quota di imprenditori con meno di 35 anni è il 28,4% (nel commercio al dettaglio è 14,9%), così come più alta è la quota per gli under 50. Rispetto al complesso del commercio al dettaglio, i mercanti digitali sono anche più spesso italiani (91,6% contro l’83,6% medio del settore) e uomini (69,6% contro 60,7%).

L’aumento dei negozi online, però, non è equamente distribuito sul territorio. Un terzo delle imprese che commerciano via internet sono infatti concentrate in sole due regioni: la Lombardia, che nel 2016 dovrebbe raccoglierne quasi 3 mila, e nel Lazio (1.840). Seguono la Campania, l’Emilia Romagna, il Piemonte, il Veneto e la Toscana.

Nel settore distributivo all’ingrosso e al dettaglio si rilevava nel 2012 una incidenza di imprese attive nell’e-commerce dello 0,9% nelle più piccole e dell’8,7% nelle più grandi. Nel 2016 queste quote saranno più del doppio, e pari al 2,3% per le aziende minori e al 18,7% in quelle con 10 addetti e più. Nel turismo la diffusione dell’e-commerce è stimabile nel 2016 del 12,8% per le imprese di minore dimensione e del 71,8% in quelle con 10 addetti e oltre. Nel commercio e nel turismo l’accesso a internet è ormai un fatto diffuso, che nelle aziende di maggiore dimensione raggiunge oggi quasi il 100%.

In ritardo, invece, i pubblici esercizi, per i quali la quota si attesta appena al 57,3%. Nelle aziende di maggiori dimensioni e che dispongono di un sito, nel caso dei servizi di alloggio quasi l’80% prevede un servizio di ordinazioni o prenotazioni online.

Social media. Parallelamente a internet, l’utilizzo dei social media è entrato in modo consistente nelle attività del commercio e del turismo. Nella ricettività, per le imprese con più di 10 addetti la quota di utilizzo di almeno un social media è stimabile per il 2016 è dell’82,3%, quasi il 20% in più del 65,4% registrato nel 2013. La quota è del 59,3% per i pubblici esercizi (42,3% nel 2013) e del 51,1% nel commercio all’ingrosso e al dettaglio (partiva dal 26,9% del 2013). Si tratta nella maggior parte dei casi di social network (ad es. Facebook, Linkedln, ecc.) utilizzati per raccogliere opinioni, recensioni e rispondere alle domande dei clienti, ma anche di siti web di condivisione di contenuti multimediali (ad es. YouTube, Flickr, Picasa, ecc.).

Fatturazione elettronica. Anche la diffusione della fatturazione elettronica è crescente, pure nei rapporti tra imprese. Per le attività con più di 10 addetti, il cartaceo per il 2016 resterà un fatto esclusivo per il 5,4% degli operatori del commercio all’ingrosso e al dettaglio (nella media del complesso delle imprese), per il 7,9% dei pubblici esercizi e per il 10,3% della ricettività. L’invio di fatture elettroniche in un formato adatto alla elaborazione automatica dei dati, sempre per le imprese più grandi, riguarderà il 23,7% del commercio all’ingrosso e al dettaglio (nella media del complesso delle imprese), per il 6,8% dei pubblici esercizi e per il 17,5% della ricettività. E’ cresciuta parallelamente nel tempo anche la necessità per le imprese di avere competenze digitali. (AGI)