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Boris verso la quarta stagione. Ecco perché lo show deve andare avanti

Creato il 21 novembre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

21 novembre 2013 

E’ di questi giorni la notizia che Boris potrebbe avere una quarta stagione. Ad annunciarlo è stato uno degli sceneggiatori della serie, Giacomo Ciarrapico, durante i festeggiamenti del primo anno di occupazione del cinema America di Trastevere. Lo sceneggiatore ha dichiarato: “E’ molto probabile che alla fine faremo la quarta stagione. E’ stata una serie che ci ha cambiato la vita e di cui siamo orgogliosi. Noi l’abbiamo scritta perché eravamo arrabbiati con questo Paese. E’ stata vista e apprezzata da tanti e ci sembrava che potesse cambiare qualcosa, ma invece le fiction sono sempre uguali, sempre più brutte. Si fanno in fretta e l’atteggiamento è sempre ‘Speriamo che ci caschino’”.

Partendo da queste dichiarazioni, cercheremo di capire perché vi è un simile entusiasmo attorno a questa notizia e quali sono i motivi per cui la fiction italiana dovrebbe sperare che il progetto venga realizzato, dal momento che la FOX sembra aver smentito un’imminente quarta stagione della serie.

Per prima cosa, vi chiederete cosa ci fa questo spazio dedicato alla fiction italiana in mezzo a tanti articoli riguardanti quel mostro sacro della serialità americana e che dista anni luce rispetto al nostro. Be’, se c’è una fiction che regge il paragone con le serie tv americane questa è senza dubbio Boris. Con la sua stravaganza, eccentricità e veridicità, la fiction ha saputo raccontare, distruggere mediaticamente quei prodotti nostrani fatti “a cazzo di cane” e far innamorare il pubblico per via della sua straordinaria particolarità. Per chi snobba a priori i prodotti italiani, questa è una serie che farebbe ricredere anche i più scettici, anche se purtroppo è un raro esempio.

Boris nasce per SKY e colpisce soprattutto per la sua non curanza di essere una fiction sostanzialmente scomoda. Non a caso, in chiaro, la serie ha debuttato molto dopo la messa in onda sulla nota piattaforma e in fasce orarie destinate ad un pubblico nottambulo. Boris critica e stracritica. Getta fango sul mondo della fiction nostrana, soprattutto su quello delle soap, fatte con troppa rapidità e con non curanza, privilegiando la velocità e la quantità piuttosto che la qualità. La serie ha ottenuto in poco tempo un enorme successo, diventando una delle serie italiane più scaricate, e riuscendo ad approdare anche al cinema con il film del 2011.

Immagine di Boris

Per chi se lo fosse perso, Boris racconta le vicende che accadono sul set della fiction “Occhi del cuore”, che ricalca per trama e per vicende serie tv che siamo abituati a vedere da anni a questa parte nel nostro paese. Al centro della storia ci sono il regista, René Ferretti (Francesco Pannofino), e tutto lo staff artistico e tecnico. Tra gli attori di Occhi del cuore ci sono il divo Stanis La Rochelle (Pietro Sermonti), che è la classica prima donna, che detta legge sul set e mette bocca un po’ su tutto, criticando ogni cosa che vede utilizzando il termine “italiano” come se fosse l’offesa più grande che ci possa essere. Al suo fianco c’è Corinna (Carolina Crescentini), soprannominata “la cagna” per le sue (non) doti recitative, che rimanda chiaramente al cliché della classica attrice bella ma scarsa. Oltre agli attori e al regista di Occhi del cuore, una grande rilevanza hanno tutti i personaggi che esprimono ognuno un cliché diverso.

Boris denuncia il mondo della televisione italiana, un mondo in cui le sceneggiature scritte sono prive di originalità, gli sceneggiatori devono sottostare alle restrizioni che la rete impone e stare attenti a non osare troppo perché un gesto semplice, come quello di far morire una bambina nella fiction, potrebbe significare “uccidere la speranza di milioni di italiani”. Oltre a questi aspetti, dietro il set di Occhi del cuore ci sono anche ingaggi dettati da spinte politiche e raccomandazioni. Insomma, una quarta stagione di Boris andrebbe sicuramente realizzata, perché ci sono veramente tanti altri aspetti negativi della fiction nostrana che andrebbero analizzati e migliorati.

Fiction come Boris devono servire a migliorare i nostri prodotti, a dare la libertà necessaria agli sceneggiatori per osare di più perché, se vogliamo, come ci insegna Boris “un’altra televisione è possibile”. Tuttavia, in un Paese dove le fiction straniere come Dexter e Game of thrones, vengono criticate perché giudicate diseducative, troppo spinte e non appropriate, siamo sicuri di essere pronti a una televisione migliore o vogliamo continuare ad andare avanti con quella che Paolo Virzì definisce “camomilla per anziani”?

Di Francesco Sciortino per Oggialcinema.net


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