A prescindere dalle varie teorie, in campo borsistico le forti oscillazioni delle quotazioni delle azioni nel breve periodo favoriscono la speculazione, la quale attività mira a conseguire buoni profitti appunto da tali oscillazioni. Lo speculatore compra titoli ad un dato prezzo per poi rivenderli quando la quotazione è salita, incassando la differenza (speculazione al rialzo o long position). Oppure, vendendo allo scoperto, cioè senza possedere i titoli, e scommettendo su un abbassamento del loro prezzo in modo da acquistarli prima della scadenza del pagamento. In questo modo, guadagna sulla differenza fra il prezzo di vendita e quello
inferiore di acquisto (speculazione al ribasso o short position). Sembrano meccanismi semplici, ma in realtà la pratica della speculazione è complessa e difficile, sia perchè non è facile indovinare i titoli che stanno per salire e quelli che stanno per scendere, sia perchè sono pochi gli operatori professionali con molto denaro ed in grado di controllare il mercato borsistico. E se le previsioni risultano errate lo speculatore potrebbe andare incontro a perdite anche rilevanti.
La speculazione è un fenomeno positivo? Da una parte si afferma che la speculazione aumenta la liquidità del mercato a beneficio di tutti, dall’altra occorre guardare alla motivazioni che muovono l’attivita speculativa. Potrebbe trattarsi di trading, con il quale si tende a sottovalutare o sopravvalutare le singole azioni, per cui il movimento dei prezzi del mercato si avvicinano al loro valore di equilibrio. Ma potrebbe trattarsi di scommesse alla cieca, che non tengono conto del valore fondamentale delle azioni, per cui un’attività preponderante di questo tipo porta alla formazione di prezzi di mercato che si discostano dal vero valore delle azioni, comportando grossi squilibri e grande volatilità. I prezzi diventano non veritieri e il mercato perde di credibilità. A questo proposito la speculazione potrebbe degenerare nel reato di aggiotaggio, punito dal codice penale, che consiste nella pratica di comportamenti illeciti volti a provocare variazioni artificiose dei prezzi dei titoli per ottenere veloci e grossi profitti.
A volte si sentono dei commenti di coloro che dichiarano di guadagnare molti soldi stando comodamente seduti a casa davanti al computer, tenendosi pronti ad acquistare titoli prima degli aumenti di prezzo e a rivenderli prima delle diminuzioni. I risparmiatori avveduti devono diffidare di queste dichiarazioni. E’ probabile che qualche investitore abbia capacità di investimento superiori alla media, ma non è possibile che tutti gli investitori lo siano, anche se studi di finanza comportamentale rilevano che la maggior parte delle persone è molto fiduciosa nelle proprie capacità. Bisognerebbe intervistare anche i molti speculatori falliti.
L’esperienza pratica dei risultati ottenuti da chi effettua molte operazioni di compravendita di titoli azionari, dimostra che più si movimenta il portafoglio e meno si guadagna. Gli unici sicuramente felici dell’enorme volume di operazioni sono gli intermediari finanziari, che guadagnano sulla base dei costi delle operazioni stesse.
Abbiamo detto che l’apertura di una posizione speculativa, sia da parte di un operatore professionale che di un piccolo operatore, è sempre un processo complesso e difficile. L’obiettivo è la valutazione del rischio in relazione al beneficio che si intende conseguire. Analisi del mercato e del titolo da trattare, informazioni, valutazione delle proprie capacità finanziarie, prudenza, sono alcuni dei fattori da considerare. I dilettanti allo sbaraglio non sono ammessi in questo titpo di attività. Sarebbero destinati a sicure perdite.