Quando, sul mercato borsistico, si entra in una fase critica? La risposta è semplicissima. Quando non si avverte più il rischio.
Il rischio è un fattore intrinseco nei mercati finanziari, ed è fondamentale perché è un “regolatore”. Spesso avrete sentito dagli operatori usare un’espressione gergale “premio al rischio”, ebbene finché gli investitori percepiscono che dove c’è un premio che anche un rischio le cose vanno ancora bene.
Tutto si complica maledettamente quando non si avverte più il rischio, ovvero quando l’investitore vede solo il premio, in quel momento si entra in una fase critica che naturalmente ha una certa durata, variabile, ma si conclude sempre in modo traumatico.
Attenzione ho descritto il tutto come se fosse una cosa tecnica molto complicata, ma semplicemente si tratta della favola (attribuita ad Esopo) che conosciamo come: Al lupo! Al lupo! E sappiamo tutti come va a finire.
Se ogni momento di debolezza è di breve durata ed immediatamente assistiamo ad un recupero perderemo la concezione di “rischio”, anzi i cali saranno vissuti come periodi di opportunità. Finché arriverà il calo che … non era proprio una opportunità.
Voglio essere ancor più chiaro, ho sentito un operatore “professionale” dire “non è il momento di essere “tattici”, in questa situazione occorre essere rialzisti … e basta. Sfruttare la congiuntura favorevole senza pensare al trading”.
Ebbene, dietro a queste parole, apparentemente innocue se non addirittura di buon senso, si nasconde un pericolo letale. Se noi non prendiamo più paura nei momenti di ritracciamento noi (noi investitori, intendo) rischiamo di andare incontro alla distruzione del nostro portafoglio.
Se ogni volta che vediamo scendere gli indici dobbiamo essere felici perché possiamo così incrementare la nostra esposizione … beh stiamo partecipando, senza accorgercene, ad una roulette russa.
Forse quindi il 2000 ed il 2008 non ci hanno insegnato nulla, oppure, per gli amanti della numerologia, non è ancora il momento di essere prudenti perché la prossima dovrebbe arrivare nel 2016?
Personalmente, lo sapete, non mi fiderei tanto.
Purtroppo ho un’età per cui il 2000 ed il 2008 li ricordo come se fosse oggi. Ebbene, si respirava la stessa aria che si respira ora anche se i due crolli avevano avuto genesi diverse, ciò che ha accomunato però quei due periodi era l’assenza di percezione del rischio, proprio come si sta manifestando sempre più spesso ormai da alcuni mesi.
Visto quanto detto ci potremmo attendere l’apocalisse nel settembre del prossimo anno, quando la Bce finirà di comprare 60 miliardi di titoli ed avrà così immesso in un anno e mezzo 1.000 miliardi di euro di liquidità gratuita nel mercato.
Ok, però sapete che la Borsa …
… anticipa sempre!
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro