di Giorgio Fruscione
SARAJEVO – dal nostro corrispondente . Per tutti i bambini e adolescenti di Bosnia ed Erzegovina, le vacanze estive sono finite ed è ora di tornare sui banchi di scuola. Per gli alunni delle classi elementari, inizia l’esperienza educativa tra le più importanti per la loro crescita nella società: la segregazione etnica.
Anche quest’anno infatti, le lezioni scolastiche riprendono all’interno di quella cornice istituzionale più genericamente conosciuta come il fenomeno delle “due scuole sotto un tetto” (in lingua locale: dvije škole pod jednim krovom).
Quello delle due scuole sotto lo stesso tetto è un fenomeno presente nella Federazione croato-musulmana (una delle due entità in cui è diviso il paese, l’altra è la Republika Srpska) sin dai tempi della guerra e rappresenta un caso unico di segregazione sociale basata sull’appartenenza etnica, o presunta tale.
In accordo a questo sistema, sotto il tetto dello stesso edificio scolastico, gli alunni delle scuole elementari utilizzano due distinte ali della scuola: una per i “bosgnacchi” e l’altra per i “croati”. Va da sé che anche i programmi scolastici sono differenti: mentre i bosgnacchi studiano la storia e la geografia del paese di nascita, utilizzando la lingua bosniaca; nell’ala “croata” invece, si adoperano i programmi scolastici adottati a Zagabria, con storia e geografia della Croazia, ed ovviamente in lingua croata. Le scuole elementari gestite con questo “sistema” sono più di 50 e si concentrano perlopiù nei cantoni della Bosnia Centrale (Srednjobosanski Kanton) e della Erzegovina-Neretva (Hercegovačko-Neretvanski Kanton), e sono una diretta conseguenza di quel periodo della guerra in Bosnia, conosciuto come “la guerra nella guerra”, in cui scoppiò il conflitto tra croato-bosniaci e musulmani.
Dalla fine della guerra ad oggi, in particolare OCSE e OHR si sono sforzati di porre fine a questa segregazione dei bambini ma senza grandi successi, a causa in particolare dell’ostruzione esercitata dall’Hdz (il partito nazionalista croato), che riscuote la maggior parte dei consensi proprio nei due cantoni interessati. A tal proposito, nel 2003, il parlamento federale aveva adottato una legge che riunificava le scuole, ma aveva incontrato la ferma intransigenza del ministro dell’educazione del cantone della Bosnia Centrale, Nikola Lovrinoni, che, per inadempienza degli obblighi federali, era stato rimosso dall’incarico dall’allora Alto Rappresentante, Paddy Ashdown. La sua sostituta, Greta Kuna, spiegò con queste parole le posizioni del partito in merito alla questione: “il progetto delle due scuole sotto lo stesso tetto non verrà sospeso, perché non si possono mescolare le mele con le pere. Mele con mele; pere con pere”.
Se da un lato le pretese culturali degli ultranazionalisti del Hdz possono sembrare giustificabili per l’intenzione di preservare i diritti culturali del proprio “gruppo etnico”, dall’altro lato bisogna oggettivamente riconoscere che l’intenzione di non creare classi miste, celata da fantomatici motivi di “sicurezza”, non ha altra conseguenza che creare i presupposti per l’odio e la disintegrazione sociale tra le generazioni più giovani. Inoltre, provvedimenti di questo carattere non sono altro che la ripresa di quei metodi di etnicizzazione che portarono alla guerra il popolo bosniaco, facendo credere che in esso convivevano diversi gruppi etnici la cui eterna convivenza d’un tratto non sarebbe stata più possibile. L’unico vero discrimine insito al popolo bosniaco, la fede religiosa, è stato dunque strumentalizzato col fine di creare tre “diversi popoli” (in Republika Srpska sono ortodossi, i “bosgnacchi” sono musulmani mentre i croati sono cattolici). E così, oggi, ognuno di questi popoli rivendica diritti culturali, in ambito educativo, solo in virtù dei dettami della retorica nazionalista, senza considerare la superiorità numerica di quegli elementi culturali che questi tre popoli invece condividono.
Anche quest’ anno dunque, un altro pezzo della vera storia bosniaca, quella di una società multiculturale, verrà cancellata. Al suo posto, verranno scritti dei registi di classe monoetnici.
E la segregazione, continua…