In realtà, sono vent'anni che il Globe fronteggia crisi, dovute soprattutto alle vendite, che non soddisfano le previsioni e, quindi, i profitti. Sembra, però, che proprio grazie al digitale, le difficoltà economiche abbiano subito un netto calo (ma non tale da evitare la vendita a Henry): si sono registrati dei dati incoraggianti, in quanto, negli ultimi dodici mesi, gli abbonamenti digitali avevano segnalato un incremento del 70% . Tuttavia, la strada per la stabilità è ancora lunga e in salita: pare che l'investimento sull'online del Globe non sia stato così tempestivo e massiccio, tanto da compromettere ulteriormente una situazione già di per sé precaria. Il momento è, al contrario, migliore per il New York Times, che di recente è riuscito a tornare con i conti in attivo, proprio grazie agli abbonamenti a pagamento al suo sito e a quello dell'International Herald Tribune.
Insomma, l'ennesimo schiaffo al cartaceo, a tutto vantaggio del digitale. Una crisi che, in certi casi, sembra non conoscere soluzione: in genere, si sceglie di affiancare i due formati, mentre altre volte la sostituzione del cartaceo con il digitale (come nel caso Springer) avviene in maniera progressiva, ma abbastanza radicale.
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