Botta e risposta Squinzi-Letta

Creato il 19 dicembre 2013 da Molipier @pier78

Scritto da: Ivan Lagrosa 19 dicembre 2013 in Attualità, Economia, News Inserisci un commento

Botta e risposta tra Confindustria e Presidente del Consiglio.

Il Centro studi di Confindustria ha pubblicato il rapporto “La difficile ripresa: cultura e motore dello sviluppo” nel quale sottolinea che la lunga recessione è sì finita ma la risalita sarà tutt’altro che rapida. I motivi sono diversi: ci sono stati cambiamenti epocali che ci vuole tempo per poter governare in modo adeguato ed è stata perduta moltissima capacità produttiva che costerà fatica e tempo recuperare.

Nel comunicato si sottolinea inoltre che “non c’è sviluppo senza cultura”, proprio oggi che sono stati resi noti i tassi di abbandono scolastico dei paesi dell’Unione Europea, in cui l’Italia figura come uno dei peggiori paesi (qui l’articolo). Nel comunicato il termine cultura va però al di là della semplice istruzione, che comunque sia rimane la base. Con cultura si intende “sia l’insieme dei valori fondanti le società democratiche, sia le produzioni culturali e creative, le quali hanno molteplici ricadute industriali”. Con la cultura quindi si mangia, eccome.

Se la cultura sembra rappresentare una speranza per il futuro, i dati prospettati da Confindustria ci fanno ripiombare in una triste realtà: il tasso di disoccupazione l’anno prossimo salirà, seppur di poco e con lui anche il nostro debito pubblico; il pil si fermerà a quota 0,7% e i consumi delle famiglie si fermeranno a quota 0,2.

Più positivi invece i dati riguardanti le esportazioni e le importazioni, che segnano significativi aumenti.

Di fronte a questi dati, Squinzi non vuole essere accusato di pessimismo ma vorrebbe una “politica che dia una chiara guida anziché generare incertezze e ansie”. Il presidente di Confindustria aggiunge inoltre anche che la legge di stabilità ha un “impatto molto piccolo sulla crescita”.

Enrico Letta risponde quindi a Squinzi da Bruxelles affermando che ha “responsabilità di tenere la barca Italia in equilibrio” e che vuole senza dubbio “che ci siano strumenti per la crescita” che non vadano però a sfasciare i conti. Insomma crescita si ma senza aumentare il deficit.

Letta conferma quindi che l’anno prossimo il pil sarà dello zero virgola ma aggiunge che “tenere i conti a posto vuol dire far calare gli spread, come oggi che abbiamo raggiunto il punto più basso in due anni e mezzo”.

È tutta una questione di spread. Più c’è stabilità più lo spread cala. Per avere stabilità non bisogna fare mosse azzardate. Senza provvedimenti shock però continueremo a stare a galla, e la parola ripresa sarà sempre inserita in frasi con verbi declinati al futuro.

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Confindustria legge di stabilità letta 2013-12-19

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