La Bowiea volubilis Harvey ex Hooker fil. Prende il nome in onore di J. Bowie (1789-1869) raccoglitore di piante per i Kew Gardens di Londra.
Al genere Bowiea appartengono 4 specie:
B. gariepensis,
B. intricata,
B. kilimandscharica
e la Bowiea volubilis.
Le Bowiea sono diffuse in gran parte dell'Africa tropicale sino al nord della Tanzania.
La Bowiea volubilis ha come sinonimo Schizobasopsis volubilis J.F. Macbr.
In natura vive protetta da rocce e cespugli, quindi ama un esposizione in pieno sole filtrata.
La B. volubilis è utilizzata nella medicina naturale locale.
Il bulbo affiora dal terreno, spesso è completamente scoperto e può raggiungere un diametro di 30 cm, è di colore verde pallido, i fusti possono arrivare a 3 metri, arrampicandosi, strisciando e ricadendo, presentano un aspetto aggrovigliato, confuso e molto ramificato.
Intorno a piante vecchie si formano bulbi laterali che possono essere usati per la moltiplicazione.
Le vere foglie sono 1 o 2 molto corte e originano direttamente dal bulbo, è difficile individuarle ma sono ben visibili nella foto sopra.
La pianta non dovrebbe essere tenuta sotto i 4 gradi, quindi meglio coltivarla in serra fredda, comunque la mia a Roma ha superato benissimo gli inverni freddi e brevi gelate (che invece hanno rovinato o ucciso altre succulente).
I fiori non sono appariscenti, a forma di stella e di colore verdastro giallino originano nei segmenti terminali dei fusti.
La fioritura avviene in natura tra gennaio e febbraio, in estate da noi.
Periodicamente in inverno la pianta perde la chioma, ma il ciclo vegetativo è quasi continuativo, se fa molto freddo può rimanere in riposo circa 4 mesi o più, generalmente tra gennaio e febbraio secca interamente la parte aerea e ad aprile spunta dal centro del bulbo un esile fusticino chiaro che si allunga velocemente per una ventina di centimetri prima della formazione delle ramificazioni per poi accasciarsi sotto il suo peso. Quest'anno forse perchè ha preso un pò più acqua del solito in inverno la vecchia vegetazione ha resistito sino a fine gennaio e la nuova vegetazione si è iniziata a formare già nella prima metà di febbraio.
Il bulbo va interrato molto superficialmente, e per metà fuori terra, all’ultimo rinvaso ho collocato solo le radici nella composta lasciando il bulbo appoggiato al terreno e coprendolo parzialmente con lapillo.
Va bagnata abbondantemente durante la stagione vegetativa, lasciando asciugare il terreno tra una innaffiatura e l’altra.
L’esposizione migliore è in pieno sole schermato senza che venga colpita direttamente dai raggi solari più caldi o mezz’ombra così potrà fiorire.
Non teme parassiti, ma può essere colpita da marciume, la mia più piccola è marcita l’estate scorsa dopo aver vegetato per tutto l’inverno.