Quando non si ha niente da fare, proprio un bel niente, allora si può anche finire a seguire le persone. Seguire chi? Persone a caso. Sconosciuti notati per caso tra la folla per strada. È quello che fa il protagonista di Following, opera prima di Christopher “Genio” Nolan. Prima di Inception, prima de Il cavaliere oscuro, prima di Batman Begins, prima di The Prestige, prima di Insomnia e ancor prima di Memento.
Da buona opera prima che si rispetti, ci scoviamo al suo interno già molti degli elementi che ritroveremo nelle sue opere successive: ci sono gli stacchi temporali, marchio di fabbrica tipicamente nolaniano (seppure non portati qui alle estreme conseguenze come in Memento), c’è un bel trucchetto di magia alla The Prestige (“Devi nascondere per mostrare”), sulla porta di un appartamento c’è il simbolo di Batman (!) e c’è un primo grande confronto tra personaggi maschili: qui si tratta dei due sconosciuti, ma ottimi, Alex Haw e Jeremy Theobald; quest’ultimo quando ha i capelli lunghi ricorda Silvio Muccino, quando li ha corti assomiglia a Sam Riley (e di conseguenza pure a Ian Curtis) in Control.
In Following ci sono dialoghi fortissimi, una sceneggiatura di ferro, idee a profusione che sopperiscono (e alla grande) la mancanza di un budget forte. E quando pure il budget sarà dalla sua parte, Nolan diventerà enorme. Però il talento, intendo il vero talento, già lo si poteva assaporare anche tra il b/n movimentato di questo esordio.(voto 8+)