Un film molto ambizioso che è caduto nelle trappole dei progetti "troppo" ambiziosi, scivolando nella veilleità.
Da una produzione durata 12 anni io mi aspetto decisamente tanto e invece mi ritrovo stremata dalle 3 ore di pellicola con sostanzialmente "nulla".
Forse "nulla" è esagerato, ma relazionato alle aspettative, che gli intenti del film mi avevano creato, direi che è un giudizio piuttosto ponderato.
Il film, infatti, in sostanza non ci racconta nulla, è incentrato sulla quotidianità e sulla crescita come tanti altri film. Seguiamo la vita di Mason, un ragazzino estremamente normale, che ha due genitori divisi e una sorella più grande piuttosto caustica. Se vogliamo Mason è il personaggio meno interessante di tutta la famiglia. Probabilmente se il film fosse stato girato con gli occhi di Samantha, la vivace sorella dotata di un'ironia mordente, o la madre, che ha una vita decisamente più ricca di sfumature, rispetto al neutro figlio, non mi sarei appisolata superato il traguardo delle due ore di visione.
I drammi della madre alle prese con compagni sbagliati, la scelta di riprendere gli studi, il padre alle prese con una maturazione tardiva che lo porta a diventare l'uomo che la madre dei suoi figli avrebbe sempre voluto al suo fianco, il difficile rapporto che lega i due ex coniugi e i figli sono tutti accenni che rimangono confinati al background e che, invece, avrebbero salato un po' una narrazione sciapa e piatta.
Io capisco che, per un lavoro di 12 anni, 3 ore sono fin troppo poche per rendere giustizia agli sforzi impiegati, ma è un qualcosa di cui è necessario tener conto prima di intraprendere il progetto.
La pesantezza e i difetti del film vengono gettati addosso allo spettatore da metà proiezione, quando ci rendiamo conto che tutto ciò che avremmo voluto approfondire del contorno della vita di Mason viene in realtà lasciato cadere nel dimenticatoio. Ci ritroviamo, così, un film con un protagonista piatto e personaggi secondari più interessanti di lui a cui è stata intenzionalmente strozzata la caratterizzazione.
Non dico che qui il difetto sia attribuibile agli attori, in quanto ritroviamo un sempre professionale Ethan Hawke e un'eccezionale Patricia Arquette e anche il ragazzino interpretato dal poco conosciuto Ellar Coltrane non se la cava male, ciò che ha arrecato danno è stato il modo di sviluppare questo ambizioso progetto, infatti, oltre alla geniale idea di base, cosa c'è? Ben poco. Montaggio, fotografia, sonoro tutto nella norma, nulla che eccelle e nulla che stona. La torpida sceneggiatura, il lento ritmo e la mancanza di un guizzo artistico che risvegli i sonnolenti spettatori hanno smorzato le mie aspettative per questo film plurielogiato da chiunque, tanto da ritrovarlo tra i favoriti ai prossimi Oscar. Io sinceramente non mi sentirei di premiarlo perchè alla fine, nonostante apprezzi l'impegno e lo sforzo di Linklater, ciò che mi sento di giudicare è il risultato che personalmente non ho ritenuto soddisfacente, quindi, a meno che quest'anno agli Oscar non abbiano introdotto la categoria "alle intenzioni", io non mi riterrei soddisfatta a vederlo premiato in occasione dell'attesissima kermesse.