Bracconaggio e non solo: 3 marzo giornata mondiale della natura

Da Astrid Oriani @Noce2011

Viaggiano soprattutto di notte, spesso con passaporti falsi o falsificati, rinchiusi in scatoloni o borse, nascosti nei bagagliai di autovetture, celati in furgoni o TIR, mimetizzati all’interno di insospettabili borsoni, in treno, in aereo.

Arrivano così i cuccioli importati illegalmente in Italia, dopo un viaggio che può durare anche 10-11 ore. Nel nostro Paese sono messi in vendita su internet, in negozi e allevamenti, sì proprio quelli dove portate i vostri bambini per scegliere il nuovo “giocattolo” del mese. I cuccioli nascono in allevamenti a conduzione familiare o in vere “fabbriche di cuccioli”, strutture che ospitano decine o centinaia di fattrici per la riproduzione, in box piccolissimi con una quantità di cibo appena necessaria per sopravvivere, non per crescere e vivere sani. Una volta raggiunti i 30–40 giorni di età, i piccoli sono caricati su camion o furgoni e trasportati nel nostro Paese. In questo squallido commercio di animali spesso manca il più banale controllo sanitario. Il  precoce distacco dalla madre causa poi ai cuccioli traumi affettivi e problemi di salute.Un cucciolo straniero vale economicamente fino a 20 volte meno del suo corrispettivo italiano. Un cane di razza - di origine ungherese – può essere venduto a 200 euro, ma diventato italiano verrà venduto per un prezzo compreso addirittura tra i 500 e i 1500 Euro.

Questo è uno dei tanti esempi che mi viene in mente pensando al traffico illegale, ma non dobbiamo dimenticarci che, quando acquisiamo un indumento, un souvenir possiamo potremmo, il più delle volte senza rendercene conto, alimentare il commercio illegale.

Molti prodotti soprattutto orientali, che si spacciano per medicinali sono realizzati con parti di specie vegetali o animali. Lo stesso vale per oggetti, souvenir ornamentali composti da parti e derivati animali: figurine di avorio, coralli, carapaci di tartaruga, conchiglie, insetti disseccati come farfalle e coleotteri. Continua il commercio illegale di pelli, pellicce, lane e peli di varie specie di mammiferi, rettili e anche pesci sono presenti sul mercato internazionale sotto forma di moltissimi prodotti: articoli di vestiario, scarpe, scialli, portafogli, ciondoli, tappeti, trofei. Negli ultimi decenni il numero di animali selvatici venduti per soddisfare il cinico volere dell’uomo è cresciuto in modo notevole. Specie rare e particolari: anfibi e rettili, coralli e pesci, scorpioni, ragni, scimmie, pappagalli e tucani estirpati dal loro ecosistema devono subire maltrattamenti, estenuanti ore di viaggio e chi ce la fa a resistere a tutto questo orrore approda in un continente diverso, non oso immaginare come debba essere. Perché gli animali provano dolore ed emozioni, hanno un’anima  e, anche se non l’avessero, tutto questo non dovrebbe mai accadere, nemmeno essere pensato e ipotizzato.

Così l’Onu, attraverso il programma ambientale Unep, ha proclamato il 3 marzo come la Giornata Mondiale della Natura (World Wildlife Day), in onore della flora e della fauna da proteggere. Si tratterà, partendo dalla diffusione della convenzione CITES e della campagna “Thunderclaps“,  soprattutto di lottare contro il commercio illegale di animali, il bracconaggio e contro il pericolo dell’estinzione di tutte le specie a rischio. L’obiettivo è quello di salvaguardare il patrimonio dell’umanità sotto l’aspetto ecologico, genetico, economico e scientifico.

Cosa succederà domani, 3 marzo? Verranno organizzate nel mondo numerose iniziative di sensibilizzazione per la tutela delle specie animali e vegetali. In particolare, si rende necessario accrescere l’impegno per lottare contro l’estinzione e per porre fine ai reati contro gli animali, l’ambiente e la natura, il tema scelto le frodi legate alla biodiversità. n mercato sporco che genera business annuo di 14 miliardi di euro. Il traffico illegale di animali e delle specie vegetali è più diffuso di quanto si possa immaginare. Il nostro Ministero dell’Ambiente ha stilato le “liste rosse“: solo in Italia sarebbero 161 le specie di animali vertebrati e 194 le varietà vegetali a rischio di estinzione.

Cosa possiamo fare noi? Innanzitutto, informarci e avere comportamenti consapevoli. Se vogliamo prenderci cura di un animale, vi ricordo che esiste il canile, perchè non pensate che è un po’ un paradosso pagare somme così altre per comprare un cane o un gatto spacciato in molti casi per razza pura, magari malaticcio e debole, in più alimentando il commercio illegale, strappato dalla sua famiglia, trasportato e noi   inconsapevolmente di tutto quello che ha passato cerchiamo di renderlo felice, lui che nel suo inconscio ha subito traumi, ha visto la morte di altri cuccioli e chi più ne ha più ne metta?!

Io vi consiglio di entrare subito in questo sito e perdersi tra gli sguardi profondi, puri e sinceri di queste bestiole sole, impaurite e del tutto disarmate. E se anche voi non riuscite a trattenere le lacrime di fronte a queste immagini con la loro storia vicino, beh è un passo in avanti. Inoltre ovunque voi siate fate attenzione a quello che comprate.

Io vi lascio riflettere e spero che qualcuno da oggi abbia un occhio di riguardo in più perché questo problema riguarda tutti.

Ispirato in parte dal trafiletto di Matteo Cioffi “Contro il traffico delle specie rare”, su D la Repubblica, 1 Marzo 2014, p. 70.



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