Io e i miei tre colleghi (di cui ogni tanto vi parlo) abbiamo deciso qualche tempo fa di concederci un weekend da qualche parte.Non abbiamo mai viaggiato insieme per svago e la meta, così come il periodo, non sono stati mai importanti nelle nostre discussioni.L'importante è andare, prevelentemente all'estero, e restare insieme.Ognuno ha caricato questo viaggio di mille aspettative e, forse, di tanti desideri quante sono le diverse motivazioni che ci spingono a partire (a parte il piacere comune di stare insieme, of course).Per quello che mi riguarda, non mi ricordo l'ultima volta che ho fatto un viaggio con un gruppo di amici. E' un'esperienza che mi manca e alla quale temevo di aver rinunciato.Tiro ad indovinare per gli altri tre, ma suppongo che una vacanza da marito e figli, oltre al brivido di rivivere qualcosa di un tempo andato, siano alla base delle motivazioni della mia collega.Il collega razionale, ultimamente impegnato in un andirivieni continuo per andare a trovare la sua nuova fiamma, probabilmente non vede l'ora di partire per un break in compagia del suo amico-gemello, ovvero del collega romantico. Il quale, oltre a ricambiare il razionale, ha semplicemente una smania di partire. Che lo fa girare con i soldi in tasca e le guide di mezzo mondo pronte all'azione. Così, da quando abbiamo avuto questa brillante idea, a forza di verificare voli a prezzi economici e città abbordabili, abbiamo già fatto il giro del mondo.Le premesse, insomma, sono delle migliori. Ma... c'è sempre un ma.Infatti, da quel fatidico giorno in cui il razionale lanciò l'idea, man mano stiamo cadendo vittime di "acciacchi" vari.Ha iniziato proprio il fautore della spedizione che, con problemi ai legamenti, sta tuttora facendo un po' di fisioterapia. Subito dopo io ho preso la famosa distorsione al ginocchio dalla quale ancora non riesco a riprendermi. Poi la collega ha avuto la figlia malata. Ma una malattia della bambina era qualcosa di troppo "impersonale", così, guarita la virgulta, ha iniziato ad accusare anche lei dolori al collo e alla schiena. Quest'ultima è un ricorrente problema del romantico che, ovviamente, visto l'andazzo, ha iniziato a praticare tutta una serie di gesti apotropaici per scongiurare il nefasto evento. C'è riuscito, ma la malasorte ha deciso di colpirlo all'occhio, gonfiandoglielo.Insomma, dopo aver proposto come nuova meta un viaggio a Lourdes, ostinati e caparbi come pochi abbiamo deciso di insistere e di sfidare la fortuna. Non sappiamo ancora quando né come. Soprattutto ci immaginiamo in giro per mete straniere con tanto di stampelle, carrozzine e tutori. Un po' "sciarmati", come si dice dalle mie parti. Ma impavidi e coraggiosi. O, forse, solo incoscienti. Sicuramente eroici... come l'armata Brancaleone.Articolo originale di Federica Rossi per Poco sex e niente city.
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