Roshar è un mondo decisamente particolare. Abbiamo visto nel primo volume le altempeste, tempeste talmente potenti da spazzar via tutto quello che trovano sul loro cammino e da spingere le piante stesse a rifugiarsi sotto terra. Le divisioni fra ciò che possono fare gli uomini e ciò che possono fare le donne sono estremamente rigide, trovo molto limitante da un lato il fatto che gli uomini non possano imparare la scrittura perché reputata una cosa da donne e dall’altro il fatto che le donne debbano celare perennemente la loro manosalva (o era manofranca? confondo continuamente i due termini, come ho sempre fatto con saidar e saidin). Divisioni limitanti per i personaggi, ma che a livello narrativo possono offrire molti spunti. Le stratolame sanno un po’ di Star Wars, il collegamento con le spade dei cavalieri Jedi è inevitabile, ma uno straoguerriero è comunque cosa ben diversa da un cavaliere Jedi. Prima o poi mi metterò a catalogare le caratteristiche del mondo, chi ha letto La via dei re sa che questi sono solo alcuni elementi. Roshar è strano ma anche avvolgente, nel senso che per quanto stupore potessi provare per quel che leggevo ero completamente immersa nella storia e accettavo tranquillamente tutto quanto narrato da Brandon Sanderson perché aveva senso, era coerente con le premesse ed era interessante. Lo scrittore è davvero riuscito a compiere il lavoro di subcreazione di cui parlava tanti anni fa J.R.R. Tolkien.
Superate quelle pagine, che ci mostrano la scoperta di un aspetto di Jasnah che fino a questo momento avevamo esplorato poco, ci rimettiamo in pari con il tempo e ripartiamo dalla fine di La via dei re. Le vite di Kaladin, Dalinar e Shallan sono radicalmente cambiate. I flashback, che nella Via dei re riguardavano Kaladin, in Parole di luce ci mostrano interessanti retroscena nella vita di Shallan. I flashback sono un elemento rischioso, a volte sono indispensabili per capire perché i personaggi compiono determinate azioni, ma se gestiti male sono noiosi e appesantiscono inutilmente la narrazione. Sanderson dichiara chiaramente quali capitoli sono dedicati ai flashback visto che all’inizio indica quanto tempo prima rispetto alla linea di tempo principale si è svolto quell’episodio. Non solo i capitoli sono ben riconoscibili, ogni romanzo presenta flashback per un solo personaggio, perciò la struttura è rigida. Nonostante questo i singoli episodi sono affascinanti, e il quadro d’insieme che si raggiunge alla fine è qualcosa di sconvolgente. È successo con Kaladin a suo tempo, è successo con Shallan ora.
Non sono mai stata infastidita nel dover tornare indietro nel tempo tralasciando il proseguimento della storia, perché anche quel tornare indietro mi consentiva di andare avanti. Andavo in profondità, e quella profondità sarà fondamentale in futuro.
Nei prossimi romanzi potremmo trovarci a indagare le vite di Szeth, Eshonai e Dalinar. Su Dalinar ho un forte sospetto nato già nel primo romanzo, ma non è il momento di parlarne. Eppure nessuno è meno protagonista degli altri.
Le cose sono radicalmente cambiate, ma non per questo sono diventate più facili. La scoperta sui Nichiliferi incombe per tutta la storia. La ricerca di Jasnah non è più semplice né meno rischiosa pur avendo imboccato quella che sembra la strada giusta. Dalinar ha sventato un pericolo e ridimensionato alcuni problemi solo per esporsi ad attacchi più insidiosi. Kaladin continua a dover proteggere, ma il fatto di avere più mezzi a sua disposizione non implica che il suo lavoro sia più semplice. Adolin… a volte sembra facile liquidarlo come il figlio di Dalinar e limitarsi a ritenere importante solo il padre, ma anche lui fa la sua parte. Certo, fa una fesseria che io ho visto fin da subito e che lui ha notato quando ormai era troppo tardi perché potesse rimediare, ma questo non mi ha impedito di tifare per lui o di apprezzare un buon numero delle sue azioni. Shallan deve continuare a imparare, anche cose sorprendenti, sul suo passato, sul futuro e su una realtà di cui ignora ancora troppe cose. Szeth è Szeth, e questo solo basta.
Amo i personaggi, anche quelli degli interludi. In alcuni casi ho capito come si legano alla storia principale, in altri no, ma la profondità che donano su questo mondo è straordinaria. E suppongo che in rilettura scoprirò chissà quante e quali cose che ho perso per strada.
I capitoli iniziano con un’icona, e per qualcuno che ha amato le icone di Robert Jordan e della sua Ruota del Tempo il dettaglio aggiunge un tocco di piacere molto concreto anche se difficile da definire. Il riconoscimento della struttura, la curiosità per il significato, l’apprezzamento del disegno. I disegni interni, fra l’altro, sono molto belli. Ho letto lamentele riguardo al fatto che non c’è la Shallan che disegna di Michael Whelan (http://www.michaelwhelan.com/), ed è un peccato, ma quello sarebbe stato un tocco in più per apprezzare il libro. La sua assenza non me lo fa amare meno, e le vendite di Sanderson in italiano non sono assolutamente paragonabili alle vendite di Sanderson in inglese. Molti si lamentano per il prezzo, ma secondo me questi sono 35,00 € spesi davvero bene. Ho letto libri molto più piccoli dal prezzo più alto se facciamo il raffronto sul numero di pagine, e nessuno se ne lamenta. E raramente ho letto un libro di questa qualità, di questa intensità.
Certo, ci sono elementi che si ripetono. La magia di Sanderson ha effetti fisici spettacolari ma è legata a circostanze ben precise. Allomanzia, feruchemia ed emalurgia sono legate ai metalli, con ciascun metallo che dona capacità diverse che si manifestano in modo diverso a seconda del tipo di magia utilizzata. E nella Legge delle lande la magia si è modificata ma ha mantenuto distinzioni molto rigide nelle varie capacità. Gli Epici di Steelheart sono caratterizzati ciascuno dal suo/dai suoi poteri e dal suo punto debole, e per ogni personaggio la magia assume forme diverse.
Confesso che il non dover scrivere la recensione mi ha fatto piacere, non ho dovuto mettermi con calma ad analizzare il libro e a parlare – senza rivelare troppo – di tutto quel che mi è piaciuto e che reputo valido. Qui il discorso è più incoerente, ho scelto di non farne ma se lo avessi voluto avrei potuto fare spoiler, e mi sta bene questa mia incoerenza e la libertà che mi dona. I commenti, le analisi, vengono dopo, le sensazioni sono qualcosa di viscerale.
Per me La Ruota del Tempo continuerà sempre a girare, e il viaggio nel mondo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco non è ancora terminato, ma sono davvero contenta di aver trovato una nuova saga da affiancare a queste due.