Nessuno muore a Neverland Soggetto e sceneggiatura: Claudio ChiaverottiDisegni: Esteban MarotoCopertina: Massimo Rotundo Dagriel, borgomastro della città di Doraleen, per salvare la sua amata dal morso di un serpente bianco velenoso viene morso a sua volta. La sua salute va solo peggiorando, ma ha una speranza. La sua speranza è la città leggendaria di Neverland, dove, si dice, che nessuno muoia. Per trovarla ha a disposizione solo una mappa imprecisa e le sue condizioni fisiche non gli permettono di affrontare l'avventura. Per questo assume Brendon. Il Cavaliere di Ventura si metterà sulle tracce della misteriosa città financo a trovarla. Ma come in ogni luogo ammantato di leggenda non tutto ciò che luccica è oro. Un segreto si nasconde in profondità nelle anime dei suoi abitanti. Nella città dove nessuno muore, Brendon rischierà la vita.Esteban Maroto è uno di quei disegnatori, per me, che lavora sempre sul filo di lana. Alcune tavole possono essere piacevoli, altre atroci e confuse. Fa parte della storia di Brendon e per questo i miei occhi ed i miei gusti si sono abituati al suo tratto particolare, ma non è detto che lo gradisco sempre. In quest'avventura ho trovato una mano particolarmente incostante e poco pulita. Non tutto l'albo ha queste caratteristiche, alcune tavole sono piacevoli e ben fatte.La storia del sempiterno Chiaverotti è un plot molto classico e prevedibile. I pochi indizi dei quali il lettore, per mezzo di Brendon, viene a conoscenza sono più che sufficienti per capire che direzione prenderà la storia. A metà dell'albo la conclusione è scontata ed anche i vari espedienti per rivelarla non mostrano particolare originalità. Un passaggio a vuoto che ci sta in una collana dalla qualità elevata.Massimo Rotundo non ha un'idea ben chiara di quello che sta per succedere dopo la sua copertina. Un disegno, il suo, adatto più ad una storia di vampiri e di ritorno di morti viventi che a questo classico della fantascienza mascherato.Non posso dire che sia una lettura piacevole, ma è un albo che "ci sta" dopo una serie di ottime prove (parlando sempre di serie regolare, senza contare i vuoti degli speciali).
Nessuno muore a Neverland Soggetto e sceneggiatura: Claudio ChiaverottiDisegni: Esteban MarotoCopertina: Massimo Rotundo Dagriel, borgomastro della città di Doraleen, per salvare la sua amata dal morso di un serpente bianco velenoso viene morso a sua volta. La sua salute va solo peggiorando, ma ha una speranza. La sua speranza è la città leggendaria di Neverland, dove, si dice, che nessuno muoia. Per trovarla ha a disposizione solo una mappa imprecisa e le sue condizioni fisiche non gli permettono di affrontare l'avventura. Per questo assume Brendon. Il Cavaliere di Ventura si metterà sulle tracce della misteriosa città financo a trovarla. Ma come in ogni luogo ammantato di leggenda non tutto ciò che luccica è oro. Un segreto si nasconde in profondità nelle anime dei suoi abitanti. Nella città dove nessuno muore, Brendon rischierà la vita.Esteban Maroto è uno di quei disegnatori, per me, che lavora sempre sul filo di lana. Alcune tavole possono essere piacevoli, altre atroci e confuse. Fa parte della storia di Brendon e per questo i miei occhi ed i miei gusti si sono abituati al suo tratto particolare, ma non è detto che lo gradisco sempre. In quest'avventura ho trovato una mano particolarmente incostante e poco pulita. Non tutto l'albo ha queste caratteristiche, alcune tavole sono piacevoli e ben fatte.La storia del sempiterno Chiaverotti è un plot molto classico e prevedibile. I pochi indizi dei quali il lettore, per mezzo di Brendon, viene a conoscenza sono più che sufficienti per capire che direzione prenderà la storia. A metà dell'albo la conclusione è scontata ed anche i vari espedienti per rivelarla non mostrano particolare originalità. Un passaggio a vuoto che ci sta in una collana dalla qualità elevata.Massimo Rotundo non ha un'idea ben chiara di quello che sta per succedere dopo la sua copertina. Un disegno, il suo, adatto più ad una storia di vampiri e di ritorno di morti viventi che a questo classico della fantascienza mascherato.Non posso dire che sia una lettura piacevole, ma è un albo che "ci sta" dopo una serie di ottime prove (parlando sempre di serie regolare, senza contare i vuoti degli speciali).
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