La prima considerazione, inevitabilmente, riguarda quel che la casa editrice Gargoyle ha mandato in libreria. Il mezzo libro che abbiamo sfiora le 260 pagine, quindi è decisamente piccolo. La suddivisione non è certo stata operata perché altrimenti il libro sarebbe stato di difficile rilegatura, come per esempio ha fatto Armenia quando ha suddiviso in due parti il terzo, sesto, settimo e ottavo volume di Steven Erikson della serie La caduta di Malazan. A proposito, vi ho mai detto che Armenia è stata rilevata da un altro gruppo editoriale e che i primi otto romanzi della saga torneranno in vendita, con una nuova veste grafica, a partire dal prossimo ottobre? No, mi sa che non ve l'ho detto, comunque sembra abbastanza probabile che gli appassionati di Erikson riusciranno a leggere la conclusione della storia.
Lo so, sono dispersiva. Inizio a parlare di una cosa e finisco con il parlare di altro. Quando pubblicare un romanzo in un unico volume darebbe luogo a un tomo di oltre 1.000 pagine è normale che l'editore ci pensi su un po', ma visto che di solito i libri vengono suddivisi in parti dalla lunghezza molto simile possiamo immaginare che alla fine i due volumi di Il Prisma Nero insieme non supereranno di molto le 500 pagine. In più il libro pubblicato da Gargoyle non ha un prezzo basso visto che costa 19,90 €. Ho letto lamentele sull'edizione, sul fatto che questo non sia neppure un rilegato, e se è vero che il libro non ha la copertina rigida in editoria un libro con copertina morbida con alette viene considerato un rilegato. Magari è una rilegatura meno di pregio rispetto ad altre, ma certo non è un tascabile.
Poche pagine e prezzo alto. Perché? Me lo sono chiesto anch'io, e la risposta che mi sono data da sola non mi piace. Evidentemente l'editore ritiene che quel libro venderà poco e per guadagnare qualcosa deve incassare di più dalle poche copie che venderà. È un equilibrio sottile: se il prezzo è basso si guadagna poco pur vendendo molte copie, ma se il prezzo è alto ogni singola copia fa guadagnare di più ma se ne vendono molte meno.
Io non conosco il bilancio di Gargoyle, spero di non ritrovarmi a leggere che l'editore è in crisi. Secondo me ha pubblicato molti libri belli, però brutti pensieri me ne sono venuti. Che nessuna delle sue opere sia un best seller è evidente, anche se in catalogo ha autori come George R.R. Martin (e se Il battello del delirio e In fondo il buio sono belli Armageddon Rag è straordinario) e Joe Abercrombie. Vedremo...
Il Prisma Nero mi è piaciuto. I protagonisti principali sono tre, il giovane e inesperto Kip, Gavin Guile, il Prisma, di fatto il mago più potente del mondo, e Karris, abilissimo soldato e maga dalle capacità notevoli. E poi c'è Dazen, che si vede poco ma fa sorgere un bel po' di domande non tutte piacevoli, e un'altra fanciulla di cui ho dimenticato il nome (e sono troppo pigra per alzarmi dalla sedia e andare a controllare sul libro, ma tanto questa tizia per ora è poco significativa anche se si intuisce che le cose cambieranno).
I plasmatori sono destinati a impazzire, così come gli incanalatori maschi di Jordan. Lasciamo stare la tradizione ampiamente presente nel genere fantasy che un mago non addestrato costituisce un pericolo per sé e per gli altri, qui non si parla di addestramento o conoscenza. Il solo fatto di adoperare la magia porta inevitabilmente alla follia, in Jordan come in Weeks. Bello, vero? E no, niente spoiler, grazie.
Karris per ora è stata poco più di una spalla per Gavin, anche se è evidente che le cose cambieranno, mentre Dazen ci fa pensare intensamente al passato e dubitare della nostra lealtà. Cosa è accaduto? Cosa accadrà? E ho qualche sospetto su perché questo romanzo si intitola Il Prisma Nero, ma per ora è solo un sospetto.
Questo è solo mezzo romanzo, l'ho detto. E in qualche punto ho pure faticato a capire la magia, ma basta prendere per scontato che i personaggi possano far quello che fanno e non preoccuparsi troppo e andare avanti. La scrittura è scorrevole, e sotto la superficie c'è qualcosa di veramente grosso e io voglio scoprire cos'è. Al momento per me è un ottimo romanzo, peccato solo non poter leggere subito la conclusione. Se avete voglia di dare uno sguardo al sito di Weeks contiene molte cose interessanti: http://www.brentweeks.com/.