Negli anni 60 assistiamo a un grande boom del cinema sovietico. Vengono prodotti più di cento film all'anno, molti dei quali nelle repubbliche federali.I temi prevalenti sono quelli della guerra, con una analisi psicologica dei protagonisti più attenta e sofisticata. Ricordiamo sicuramente L'infanzia di Ivan (Ivanovo Detstvo, 1962 di A. Tarkovskij), Leone d'Oro a Venezia, che in Russia ebbe più di 16 milioni di spettatori. Viene anche riproposta la figura di Lenin in film come. Il quaderno azzurro (Sinjaja Tetrad', regia di L. Kulidzhanov) del 1963, Lenin in Polonia (Lenin v Pol'she regia di S. Utkevich) del 1965, e 6 luglio del 1968 (sul trattato di Brest-Litovsk 1918 e il Partito Socialista rivoluzionario contrario a esso, regia di Ju. Karasik). Ricordiamo anche la dilogia Serdce materi (Cuore di madre, 1965) e Vernost' materi, (Fedeltà di una madre, 1968) dedicati alla famiglia di Lenin e soprattutto alla madre: Marija Aleksandrova Ul'janova (Regista M. Donskoj).
Il manifesto di Nido di Nobili, (1969) regia di A. Konchalovskij
Grande successo hanno anche i film tratti da capolavori letterari, non solo russi ma stranieri, ricordiamo anche gli shakespeariani Amleto, e Otello, e senza dubbio La signora col cagnolino (Dama s sobachkoj, 1960, regia di Chejfich, con una strepitosa Ija Savvina), tratto dall'omonimo racconto di Cechov.
Oppure il già ricordato Devchata, commedia romantica, tra i boschi degli Urali, in cui l'amore trionfa insieme, con l'onestà e la dedizione al lavoro.