Come sono pesanti i giorni, a nessun fuoco posso riscaldarmi, diceva Garcia Lorca nell’esordio di una sua famosa poesia.
Mi sento così in questo periodo, e son trascorsi già sei mesi dal capodanno.
Mesi pesanti, duri. La morte della mia amica P. ha scavato solchi dentro la mia anima, a farmi domande, ad urlare risposte, ma mi ha portato anche a sondare ancor di più quel pozzo in cui da anni sto scendendo, trovandone finalmente l’inizio della sorgente.
Acqua pura: spiritualità, un misto di meditazione, tradizione, concentrazione e un po’ di solitudine. Imparare a stare soli e a coltivare la propria anima senza attendersi niente, levigandola come una pietra preziosa che alla fine risplenda di luce propria.
Vita etica e non estetica, direbbe Kierkegaard, ma non noiosa. Mesi di vita interiore trascorsi alternando il pensiero interno alla mondanità dei circoli letterari, di un terzo premio vinto di recente con una poesia, al piacere del proprio lavoro, alle gioie della mia piccola famiglia ricca di figlia e gattini, al rinnovato legame di amicizia con il marito e i familiari di P, in nome dell’amore che tutti abbiamo per lei.
Mesi di illusione e disillusione in nome dell’amore, comprendendo che l’amore è un sentimento potente e fortissimo e che certe volte bisogna tenerselo dentro perché capita che la persona che vuoi, per ora non può ricambiare perché non ha forza d’amare. Ed intanto l’amore non passa, no, continua a vivere, come un albero che mette foglie, frutti, matura, cade, si rinnova e torna a sbocciare.
A nessun fuoco posso riscaldarmi, ma sono come un diamante, brillo di luce mia.
Vi dedico questa poesia di Antonia Pozzi che mi ha incantato, e che vorrei aver scritto io stessa.
Un abbraccio e a presto,
il vostro angelo della città
Harielle
Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera
come le estreme foglie
dei pioppi, che s’accendono di sole
in cima ai tronchi fasciati
di nebbia -
Vorrei condurti con le mie parole
per un deserto viale, segnato
d’esili ombre -
fino a una valle d’erboso silenzio,
al lago -
ove tinnisce per un fiato d’aria
il canneto
e le libellule si trastullano
con l’acqua non profonda -
Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera,
che la mia poesia ti fosse un ponte,
sottile e saldo,
bianco -
sulle oscure voragini
della terra.
ANTONIA POZZI
Il ponte, Claude Monet