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Breve dissertazione sul binomio Dio-cacca: "L'insostenibile leggerezza dell'essere" di M. Kundera

Creato il 29 marzo 2011 da Bens
La prima pagina de L'insostenibile leggerezza dell'essere è la prima pagina più bella mai scritta. Chiedere a un libro la promessa di una prima pagina infallibile è come chiedere ad una persona di fare subito un'ottima impressione: il carico di aspettative diventa incontenibile e si finisce con il fare la figura del coglione. Per questo è importante partire con le domande: mettono tutti, libri e uomini, su un piano meno vanaglorioso, più accomodante e primitivo.
Poi mi piace Teresa, perchè, con la sua pesante ma innocente leggerezza, si impone e si fa amare, perchè è malata ma riesce a guarire, perchè è una ragazza che trova la forza di diventare una splendida donna. Teresa siede alla destra di Heller nel mio personalissimo Olimpo di divini personaggi cartacei. Ma soprattutto in questo libro, Kundera suggerisce una serie di spettacolari corollari esistenziali. Devo ringraziare proprio lui per avremi fatto dono della più candida e seria discussione sulla merda che io avessi mai letto prima.
Innanzitutto c'è da dire che io provo una feroce repulsione per tutto ciò che rientri nell'ambito di un sacerdozio. Ho frequentato un asilo con delle suore la cui stronzaggine era paragonabile al fetore delle loro espletazioni e ho frequentato anche il catechismo, fino ai 10 anni. All'oratorio c'era questo prete, che un talebano al confronto è un tipetto piuttosto liberale, il quale un giorno si scagliò contro un ragazzino che chiedeva se Gesù facesse la cacca. Ovviamente Gesù faceva la cacca perchè tutto quel pane condiviso con i discepoli sarà pur dovuto finire nella rete di scraico di Nazareth. Il prete in questione non era d'accordo e con questo suo insensato disappunto, cominciò a germinare in me, bellissimo e radicale, il seme dell'anticlericalismo.
Kundera dice, e non a torto, che la merda è un problema teologico più arduo del male. L'assunto è facile: Dio ci ha fatti a sua immagine e somiglianza, quindi la responsabilità della merda grava su di lui più di quanto gli gravi il peso dei crimini orribili che noi, simpatici pezzi di merda, perpetuiamo quotidianamente a danno di chi ci capiti sotto tiro (conoscete il fastidioso alibi della libertà?). Ma se all'intero fun club di Gesù la merda fa tanto schifo, c'è un problema di errata comprensione delle Sacre Scritture: può quindi Dio sbagliare? No certo, quindi la merda rientra perfettamente nel disegno.
Da qualche parte ho letto che là, dove si sente puzza di merda, si sente l'essere. Avremmo benissimo potuto scegliere di non cagare, LUI, DIO ONNIPOTENTE, avrebbe potuto inventarci senza il sacco anale, e invece eccoci qui, inchiodati alla tazza del cesso un giorno sì e l'altro pure. Ma la cacca, non solo è divina, è anche democratica, dobbiamo solo esorcizzare il terribile programma di sabotaggio tramandatoci dal Cristianesimo nel corso degli ultimi duemila anni (non conosco in quali rapporti sia la cacca con le altre confessioni). Non c'è niente di peggio che guardare un bambino cagarsi addosso piuttosto che chiedere del bagno, indicazione che avrebbe inevitabilmente sottinteso un'impura e sudicia espletazione fisiologica. Carissimi, vi sentireste meglio se vi dicessi che a volte la mia cacca sembra meglio di quanto non sembri io? B.
NB. mi sono deliberatamente trincerata dietro il rispettabilissimo nome di Kundera e del suo capolavoro per scrivere (di) cagate: soffrivo di un blocco psicologico nei confronti di questo libro, che una lunga seduta al bagno ha diroccato con estrema efficacia. Potrei promettervi di scrivere un post più professionale su L'insostenibile leggerezza, ma credo che non lo farò. B.

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