Magazine Cinema
Breve opinione su As the Gods Will, di Takashi Miike (2014)
Creato il 24 luglio 2015 da Frank_romantico @Combinazione_CEccomi qui, ad affrontare con delusione un film la cui visione avevo atteso per così tanto tempo. Sì, delusione. Una parola che raramente associo al nome di uno dei miei registi preferiti, ovvero Takashi Miike. Delusione, in questo caso, vuol dire As the Gods Will. C'è da dire che Miike si va a ficcare nei guai da solo: trarre un film dalla prima serie del manga omonimo a cui è ispirato non deve essere la cosa più facile del mondo: 5 volumi (io ho letto solo il primo, per ora) che non portano a vera e propria conclusione l'arco narrativo. E nel film la cosa si nota benissimo. Eppure non è la mancanza di un finale - urge però la necessità di girare un sequel - che mi ha irritato nella visione di questo prodotto ovviamente minore rispetto altri capolavori del regista, bensì l'eccessiva esemplificazione di una vicenda che perde tutta la propria complessa ambiguità per diventare manichea e la telenovellizzazione di una storia splatter/survivor estremamente disturbante nella sua semplicità shounen.
Shun Takahata è un liceale annoiato dalla monotonia della sua vita. Un giorno, una bambola Daruma compare nella sua classe, uccide il suo professore e da il via ad un gioco mortale che Takahata e altri suoi compagni dovranno superare... per sopravvivere!
C'è da dire che la pellicola parte benissimo (ricalcando perfettamente quasi tutto il primo volume del manga) ed è sorprendente non solo la violenza che lo apre come un'esplosione, ma soprattutto la follia di un umorismo tutto miikeiano che è sempre stata la forza di questo regista tra i più prolifici del panorama nipponico e mondiale. Eppure questa fresca ventata di sangue e ammiccamenti ironico grotteschi, con l'andare avanti del film, si perdono in una ridondanza tutta giapponese, nel desiderio di una profondità sempliciotta che prova ad approfondire personaggi e situazioni ma non fa altro che divenire petulante. Fino ad un finale che vorrebbe essere sorprendente ma non lo è.
Certo che quella sensazione di incompletezza ammazza alla fine quanto di buono c'era stato per 117 minuti di pellicola, e non si tratta del non aver spiegazioni riguardo quel che abbiamo visto ma della assoluta certezza che tutto si interrompe così, all'improvviso, quando è ovvio che debba continuare. Ho letto in giro che anche la prima serie manga si concluda così ma fumetto e cinema sono due medium differenti e da Miike mi sarei aspettato un colpo di coda finale che a quanto pare non c'è stato. O io non ho visto. Ed è un peccato, perché per più della metà del minutaggio As the Gods Will funziona benissimo e ipnotizza per poi perdersi in una prolissità irritante. E a questo punto ho preferito di gran lunga un altro live action del nostro, quel Yattaman che ricordo ancora con tanto piacere. Senza andare a scomodare una perla come Ichi the Killer. Ma qui siamo su altri livelli, livelli che spero Takashi Miike sia pronto non solo ad eguagliare, ma a superare in futuro.
Potrebbero interessarti anche :