In questi giorni di festa sto “assaporando” con grande piacere la mia città. Sotto tanti punti di vista. È bello essere turisti a casa propria e girare per le strade di Torino in cerca di angoli da buongustai, di una buona cioccolata calda o semplicemente di un po’ di atmosfera natalizia, che fa sicuramente bene all’anima. Almeno alla mia…
Proprio in questo periodo sono tornata un paio di volte in un locale che amo molto e che non frequentavo da qualche mese: La Deutschevita di via Stampatori. Come dice il nome, è il regno della cucina tedesca, fatta di birra, di brezel, würstel, zuppe, crauti, patate e tanti piatti lontani dall’immaginario collettivo. E per me, entrare a La Deutschevita, è un po’ come sentirsi a casa: vuoi perché l’ambiente è accogliente e le titolari deliziose, vuoi perché amo davvero molto alcuni piatti tipici della Germania che sanno riportare il sorriso sul mio viso e la luce nei miei occhi in men che non si dica.
Basti pensare al brezel, il tipico pane tedesco di cui avevo già parlato in un post sul Baden-Württemberg o ai mitici würstel che qui ti servono in svariati modi e tipologie. E se il menu della sera ha già una ricca scelta di portate, non stupitevi di quello che potrete scegliere se deciderete di trascorrere qui la vostra pausa per il pranzo. La proposta spazia tra numerosi piatti di gastronomia che si possono abbinare a proprio piacimento: minestre, torte salate, insalate di tutti i tipi, piatti di degustazione vegetariani, a base di carne o di pesce, würstel con salsa al curry e patate, con crauti e patate o panini con crauti e senape. E poi insalate, aringhe marinate, formaggio stagionato con salsa allo zenzero, polpette, involtini di cavolo, frittelle di patate, würstel quadrato, pane nero, dolci e biscotti di ogni tipo, caramelle, tisane, salse e spezie… Ma anche bevande come succhi di mela, di ciliegia e di rabarbaro, birre (Bitburger Pils, Warsteiner Pils e König Ludwig Weisse) e vini tedeschi (della Mosella, del Kaiserstuhl e della Pfalz), spumanti (Rotkäppchen Sekt e MM), distillati di frutta (pera, lampone, ciliegia e mirabelle) e gli Schnaps ovvero grappa e acquavite (Steinhäger, Doppelkorn, Wachholder).
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Un altro piatto che a me regala sempre il sorriso e che anzi, considero quasi terapeutico, sono le patate. Cucinate in ogni modo, bollite, in insalata, al forno, fritte, preparate come purea sono senza ombra di dubbio il mio cibo preferito. Inutile dire che sono rimasta quindi entusiasta quando un paio di giorni fa i miei amici Diego e Maurizio di Torino by Gnam mi hanno portato a pranzo da Poormanger in via Maria Vittoria.
Il locale, aperto nel 2011, è piccolissimo, ma ha tutto quel che occorre, a cominciare da una grande lavagna dove sono indicati tutti i modi in cui è possibile assaggiare le loro famose patate ripiene. Il nome del locale indica la filosofia del progetto che è alla base di questo luogo: cibi “poveri”, quindi semplici, e ingredienti genuini che fanno parte della tradizione italiana e delle sue radici. Gli ingredienti delle farciture nascono da realtà del territorio: le patate dalla campagna piemontese, le verdure dall’astigiano, i salumi artigianali e i formaggi di piccoli produttori locali. La cucina non ha un menù fisso, ma ricerca e propone sempre nuovi prodotti e abbinamenti che si alternano come il naturale scorrere delle stagioni. Io ho assaggiato una patata ripiena con gorgonzola, radicchio e salsiccia oltre a una “naturale”, condita solo con olio e sale e posso assicurarvi che erano entrambe davvero deliziose.
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Il posto che vi segnalo adesso, invece, è un po’ fuori mano per chi ama trascorrere il proprio tempo solo nel centro torinese, ma credetemi ne vale la pena. L’Enoteca 325 si trova infatti a Rivoli, ai piedi del castello che domina la cittadina e che ospita il Museo di Arte Contemporanea.
Amo questo luogo perché qui ho frequentato tutte le scuole (dall’asilo al liceo) pur non avendoci mai abitato. A Rivoli ho quindi tanti ricordi e tanti amici come Filippo (compagno delle medie e delle superiori) e Steve che un paio di anni fa hanno aperto questo locale. Ma 325 non è solo un’enoteca: è molto di più. Intanto è un luogo dove si sta bene e questo, a mio parere, è già un grande inizio. Poi la gestione, rigorosamente familiare, è frutto di una grande passione per il mondo dell’enogastronomia e così i fratelli Rocca (chi sommellier e chi assaggiatore), si sono cimentati con successo tra calici e fornelli, scoprendo produttori eroici, importando champagne di piccoli viticoltori, proponendo una cucina casalinga e piemontese che non vanta un’enorme selezione di portate, ma si basa sulla semplicità dei gusti e sulla eccellenza delle materie prime utilizzate. Ieri sera, per la nostra cena di classe che ha riunito persone tra loro “disperse” da vent’anni, io ho assaggiato un’ottima carne cruda monferrina, delle saporite acciughe al verde, un risotto alla toma e speck e una panna cotta da capogiro che, si vocifera, sia molto apprezzata anche dallo stellato Davide Scabin che qui è quasi vicino di casa.
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