Era il 3 luglio 1969 quando il chitarrista dei Rolling Stones fu trovato morto sul fondo della piscina della sua villa in Inghilterra. Se si pensa a questo gruppo, grande antagonista negli anni Sessanta dei Beatles, viene sempre alla mente Mick Jagger.
Nel 2009 però, la polizia inglese ha riaperto il caso, dopo avere ricevuto nuove informazioni. Si è iniziato a parlare di omicidio, probabilmente consumatosi nell’entourage dei suoi collaboratori intenti ad assecondarlo in ogni suo capriccio.
La conclusione dei mitici anni Sessanta all’insegna della pace e dell’amore non è stata precisamente coerente con la mentalità hippie che si era diffusa. Gli anni di Woodstock, hanno anche assistito agli omicidi dei Kennedy e Martin Luther King, alla primavera di Praga e alla guerra del Vietnam. Gli anni 60-70 oltre ad aver segnato in maniera irreversibile la storia in ogni suo campo, tornano ancora adesso a riempire le pagine dei giornali e del web, con vicende rispolverate e mai risolte.
Ma ricostruiamo per ordine i fatti, onde riuscire a capire come si sia potuto arrivare a questo.
La nascita dei Rolling Stones risale al 1962, quando Jones recluta Ian Stewart, il cantante Mick Jagger e un amico di quest’ultimo, Keith Richards. La band si esibisce per la prima volta il 12 luglio 1962 al Marquee Club a Londra.
Ma negli anni successivi, Jones si sente sempre più alienato dal resto del gruppo, soprattutto dalla coppia Jagger-Richards, ed inizia a fare un uso forsennato di alcol e droghe. Viene arrestato per uso di droga la prima volta il 10 maggio 1967. Il suo contributo ai Rolling Stones diventa più sporadico, e Keith Richards inizia a suonare sempre più spesso la chitarra solista. Nel 1967 la fidanzata di Jones, Anita Pallenberg, scappa con Richards mentre lui é in ospedale.
Nel rapporto il coroner scrive “morte per incidente” ed annota che fegato e cuore sono pesantemente compromessi da alcol e droghe, ma l’autopsia rivela che nel corpo non ci sono tracce di droghe illegali e l’alcol presente equivale a poco più di tre pinte di birra. Le nuove prove raccolte da un giornalista investigativo, Scott Jones, riguarderebbero le testimonianze di una donna, secondo cui il chitarrista fu aggredito dal suo bodyguard, esecutore materiale dell’omicidio, un certo Frank Thorogood, purtroppo in seguito deceduto. Altre testimonianze di persone che sostengono di avere assistito alla scena, hanno riportato che quella fatidica notte, ci fossero tre uomini che impedirono a Jones di uscire dall’acqua, e che avendo perso il controllo, nonostante i richiami delle ragazze presenti, l’abbiano ucciso.
Pare che Thorogoog abbia confessato l’omicidio soltanto nel 1993, in punto di morte, a Tom Keylock, manager degli Stones. Questi nuovi fatti, hanno portato alla riapertura del caso, nel 2009. Molte supposizioni, ma nulla di preciso ancora, circa le indagini che sono in corso. La villa, quella sera, era piena di gente, come spesso accade nelle abitazioni degli artisti in voga. Non si capisce come mai, nulla di certo sia emerso. Nonostante i quasi 44 anni trascorsi, il suo carattere eccessivo, la droga e tutto il resto, un ragazzo di 27 anni attende ancora giustizia. Ci auguriamo che venga dato presto un nome al suo assassino, e che questo non rimanga l’ennesimo cold case.
Written by Cristina Biolcati