Brian Jones, Jim Morrison e... NICO

Creato il 03 luglio 2014 da Athos Enrile @AthosEnrile1

Il 3 Luglio è un giorno che accomuna due morti celebri nel mondo del Rock, quella di Brian Jones, nel 1969, e quella di Jim Morrison, esattamente due anni dopo. Per ricordarli entrambi ricorro a… una terza persona, altrettanto importante, Nico, che li conobbe bene,  da molto vicino. La vita di Nico fu un po’ più lunga di quella di Brian e Jim, ma abbastanza complicata. Morti premature, morti eccellenti, morti di cui rimarrà traccia, per sempre!
NICO modella
Nico conobbe i primi successi personali come modella apparendo su numerose pubblicazioni di moda a diffusione internazionale. Ancora molto giovane si trasferì a Parigi dove ebbe modo di incontrare il famoso fotografo Tobias che la ribattezzò Nico, dal nome del suo ex boy-friend, il regista Nico Papatakis. Nella sua carriera di modella, Nico - divenuta pupilla della famosa stilista Coco Chanel - lavorò fino alla fine degli anni 50 per riviste prestigiose come Vogue,Tempo , Vie Nuove , ed altre ancora. Come attrice ebbe anche un ruolo minore nel film "La dolce Vita", di Fellini e interpretò alcuni film di Andy Warhol.
Con i Velvet Underground.
Dopo aver incontrato Andy Warhol ed essere divenuta un'assidua frequentatrice della sua "Factory" fu da questi incoraggiata a partecipare, come voce solista, al primo disco dei Velvet Underground, intitolato appunto "The Velvet Underground & Nico" con l'inconfondibile banana warholiana in copertina. Il gruppo dei Velvet, anche loro frequentatori della Factory, ebbe il periodo di massima notorietà dopo la pubblicazione del disco d'esordio (1967): i loro primi concerti erano vere e proprie performance totali, comprendenti incontri di teatro, suoni e cinema in cui con la musica venivano proiettate immagini psichedeliche; un ballerino, Gerard Malanga, accompagnava canzoni come Heroin e Sunday Morning. Lo spettacolo, chiamato Exploding Plastic Inevitable o EPI, era in realtà una creazione dell'artista pop Warhol. Ma la presenza di Nico all'interno della band è sempre stata problematica: forzata dallo stesso Warhol, inizialmente non era stata accettata dagli altri componenti; solo John Cale maturerà con la "chanteuse" un forte legame duraturo nel tempo (egli sarà infatti il produttore dei suoi più importanti lavori da solista). Nonostante ciò "The Velvet Underground e Nico" è divenuto uno dei migliori album della storia del rock, carico di innovazione e spinte targate east coast, momenti suggestivi ed espressioni metropolitane. In quest'opera s'inserisce la voce di Nico che - dotata di un timbro rauco e assolutamente personale - viene tuttora considerata una delle più belle della musica rock La canzone Sunday Morning interpretata da Lou Reed con voce effeminata, è ritenuta un vero capolavoro che il suo particolare modo di cantare ha reso indimenticabile.
Solista
Verso la fine degli anni Sessanta decide di abbandonare i Velvet proseguendo la propria attività di mannequin e registrando diversi album da solista (di cui Cale sarà un importante collaboratore) ma senza mai ripetere il successo riscosso con i Velvet Underground. Anni più tardi dichiarò: "I Velvet volevano sbarazzarsi di me perché ricevevo più attenzione di loro da parte della stampa", a testimonianza di una collaborazione forzata anche se ben riuscita. Questo è, però, il periodo più prolifico della sua carriera: preso in mano l'harmonium che Cale le aveva regalato, Nico inaugura un modo del tutto nuovo di concepire la canzone diventando punto di riferimento e anticipatrice della corrente dark di fine anni 70. Dagli arrangiamenti ipnotici alle melodie pungenti e inquietanti della sua voce, a volte anche a cappella, la valkiria dai tratti perfetti butta le basi del dark: gusto per l'occulto, ambientazioni gotiche e mistero si fondono in uno con senso d'angoscia, alienazione, decadenza e mestizia. "Non so bene come faccia a vivere. È una continua lotta tra me e me. È un dramma sentirmi come aliena a me stessa. Non ho alcun riferimento per capire chi io sia. Vivo come in un perenne esilio" dichiarerà una volta l'artista. Il lavoro che porta a maturazione queste sue tendenze è Desertshore, in cui gli embrioni contenuti nel precedente album (The Marble Index) vengono sviluppati a pieno con risultati grandiosi. Nel 1974, partecipa al concerto collettivo June 1, 1974, organizzato dall'etichetta Island per promuovere la figura di Kevin Ayers. In esso, appare la sua famosa versione di The End dei Doors, incisa da Nico un anno prima nell'omonimo disco.
La morte
Dopo circa cinquant'anni passati fra il lavoro di precoce modella, attrice, cantante e musicista, fra la tossicodipendenza e il continuo senso d'inquietudine,arriva la morte, e come la vita, è avvolta nel mistero: morì a Ibiza, nel 1988 per emorragia cerebrale, pare a seguito di una banale caduta con la bicicletta.
Commento di Gabriele Lunati
Nico è una figura tragica, controversa, sfuggente, una delle personalità più sconcertanti della storia del rock, bellissima, a tal punto da odiare lei stessa la propria bellezza e proiettare il suo fisico in un tunnel di autodistruzione che la rese più simile a un puzzle in procinto di disgregarsi in mille pezzi che a una musa o a una dea di un culto pagano suo malgrado vivo e profondo. Una donna sola, apolide per scelta, imperscrutabile, con un volto enigmatico da tragedia greca e il fascino ambiguo di una vita intensa. Ex modella, attrice principiante, musa della Factory di Andy Warhol, chanteuse dei Velvet Underground quindi artista solista e ancora attrice impegnata in pellicole non commerciali, è diventata un'icona tragica e silenziosa che non si annovera tra le leggende del rock perché ha vissuto buona parte della sua vita artistica lontano dai clamori e dal music business. Cinica, egoista, eroinomane, incompresa. La sua fu un'esistenza oscura sul precipizio di un abisso interiore e come la sua arte, anche la morte di Nico, sacerdotessa sepolcrale del rock, resterà per sempre avvolta nel mistero.



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