Brian wood: "scrivere fumetti è una professione, un mestiere non eccitante che si svolge prevalentemente da soli"

Creato il 12 settembre 2013 da Comixfactory

Alcuni mesi fa, fece molto discutere per alcune (sacrosante) affermazioni inerenti la professione dello scrittore di fumetti ("I fumetti sono un business, non un hobby o un lavoro socialmente utile" questo il titolo dell'articolo che potete leggere ), dichiarazioni che hanno contribuito a gettare una luce nuova (forse denotando una figura meno romantica) sullo professione di sceneggiatore. Su queste argomentazioni, e sulla scelta di lavorare per le Big Two o su progetti di sua proprietà, l'autore è recentemente tornato a parlare nel corso di una interessantissima conferenza tenutasi durante l'ultima edizione della Baltimore Comic Con.
, coadiuvato da (direttore del Comic Book Legal Defense Fund) ha parlato dei pro e dei contro del lavoro svolto per conto di e rispetto a quello creator owned, evidenziando la evidente stabilità economica e sicurezza che garantisce il primo e l'innegabile sensazione di benessere che si prova rispetto alla libertà (non solo creativa) che offre il secondo. Rivolgendo lo sguardo al passato e valutando quella che è stata fino a ora la sua carriera, Wood ha dichiarato di aver tratto eccellenti vantaggi da entrambe le tipologie di lavoro, ricavandone un'esperienza che lo ha reso molto versatile (e come negarlo viste le ottime prove fornite su opere come , Conan il barbaro e ?).


Facendo un passo indietro, fino a tornare agli inizi della sua carriera, Wood racconta che quando era al lavoro su Supermarket e su The Tourist si trovava in una situazione nella quale, senza un lavoro giornaliero, aveva davvero bisogno che la sua carriera decollasse sulla base di solide e professionali regole che gli garantissero semplicemente di potersi mantenere con il suo lavoro di scrittore. Il successivo passaggio alla Vertigo e la sottoscrizione di un contratto in esclusiva per la realizzazione di rappresentò un passo fondamentale per eliminare alcune incertezze che ne condizionavano la vita, aiutandolo a gettare le basi della sta carriera. Si trattò di una scelta non facile e molto meditata, una scelta che non vorrebbe fare una seconda volta, ma si trattò anche di una decisione che gli ha fornito la possibilità di vivere una vita normale; una condizione che era tra le sue priorità quando decise di firmare l'esclusiva. "Cominciai a lavorare su DMZ che ero un single indigente" ha raccontato "e ho terminato da uomo sposato, con dei figli e una casa di proprietà" . Obiettivi che non avrebbe potuto raggiungere in altri modi.

Il passo successivo della carriera di , scaduti i termini del contratto d'esclusiva con la DC Comics - e consegnate ai posteri due serie come e Northlanders (definita dall'autore con il miglior esempio della sua scrittura) - è stato il lancio di The Massive , una serie regolare prodotta dalla (di imminente pubblicazione anche in Italia per la Panini Comics ). La prima serie realizzata "senza il conforto di un contratto in esclusiva" . Una condizione che gli ha causato una forte sensazione di ansia perché per la prima volta, dopo aver lavorato dietro la protezione di un contratto in esclusiva, si è sentito obbligato ad accettare un numero superiore di lavori e incarichi su commessa. L'esigenza di aumentare i propri introiti, e garantirsi dunque la sicurezza raggiunta precedentemente, lo ha spinto a diventare uno scrittore "più intelligente" inducendolo a "fare ricorso a diversi tipi di muscoli a seconda delle esigenze" . Negli ultimi tempi Wood ha iniziato a cimentarsi con fumetti di genere molto diverso tra loro, passando dalla Science Fiction (The Massive, Star Wars) attraverso il fantasy (Conan) fino al "classico" super-eroistico: "ho provato ha lavorare su molte cose differenti in modo da riuscire a sostenermi, e al tempo stesso a impedire di annoiarmi. La vita dello scrittore di fumetti non è esattamente quella che si potrebbe definire la cosa più eccitante che ci sia al mondo, dal momento che si trascorre il 99% del proprio tempo seduto da solo in una stanza. Per questo motivo, cimentarsi con tanti generi narrativi differenti ti permette di tenere la mente impegnata" .

, ha poi fatto notare come si sia evoluta la carriera di Wood, iniziata circa 15 anni fa su antologie auto-prodotte e con molti lavori che "nessuno ha mai letto"; un inizio decisamente in contrasto con la sua carriera attuale dedicata prevalentemente allo sviluppo di serie e personaggi i cui diritti appartengono ad altri. Questo non vuol dire però che ha definitivamente abbandonato l'idea di dedicarsi a produzioni creator-owned. Lavorare per le Big Two senza contratti di esclusiva significa, per Wood, lavorare come agente indipendente, un tipo di lavoro che genera dinamiche alle volte molto differenti e che comporta l'assunzione di molti rischi ma anche la possibilità di esprimersi con molta libertà; ciò nonostante Wood si dichiara fermamente intenzionato a tornare a dedicarsi a tempo pieno a lavori creator owned dopo che avrà portato a compimento i suoi attuali incarichi.

Ma essere lo scrittore di serie come X-Men, Conan the Barbarian, Star Wars, oltre che a titoli creator owned come the Massive (Dark Horse) e (Image), non sembra essere un impegno sufficiente per Brian Wood che ha appena annunciato sulla sua pagina il lancio di una nuova misteriosa serie di cui ha scritto: "Ho sempre pensato che avrei voluto rivisitare Northalnders in una nuova forma, realizzare una nuova serie dedicata ai vichinghi, utilizzare storie non raccontate. [...] Adesso, non so. Forse si tratta della parte pigra che è in me. Inoltre, forse è pericoloso cercare di catturare i successi del passato. Magari sarebbe meglio provare a fare qualcosa di nuovo, scegliere un'epoca storica diversa. Realizzare qualcosa di sorprendente e inedito, come lo è stato Northlanders al momento in cui è stato pubblicato. Quindi con tutta probabilità è proprio ciò che farò. So già di cosa si tratta. Provate a indovinare".