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Brilla il Resto del Mondo, Wiggins MVP del Rising Stars Challenge

Creato il 14 febbraio 2015 da Basketcaffe @basketcaffe

L’All Star Weekend di New York si è aperto la scorsa notte col Rising Stars Challenge, l’ex Rookie Game, che al Barclays Center ha visto andare in scena per la prima volta lo scontro Stati Uniti-Resto del Mondo con i giocatori al primo e al secondo anno nella NBA. Ne è venuta fuori una partita come al solito con poca difesa, poca intensità, ritmo bailado e tante schiacciate, ma comunque tutto sommato gradevole e alla fine ha vinto la squadra che fin dall’inizio ha mostrato di tenerci di più, il World Team, che si è imposta 121-112 su USA Team, con il canadese Andrew Wiggins, prima scelta assoluta dell’ultimo Draft e candidato a Rookie of the Year, votato MVP con una prova da 22 punti.

L’inizio di gara è stata tutta del greco dei Bucks Giannis Antetokounmpo, la storia con la “S” della gara, spesso inquadrato dalle telecamere: canestri, difesa con le sue braccia interminabili, playmaking e anche un fallo su Mason Plumlee che stava volando a schiacciare e che dopo l’intervento subito si è meravigliato per il ritorno dell’avversario. “Greek Freak” ha chiuso con 12 punti, 10 rimbalzi, 5 assist, 5 perse, 4 recuperi e 2 stoppate, numeri che riassumono le caratteristiche “Pippeniane” del ragazzo di origini nigeriane. Nel primo tempo grande impatto anche per Nikola Mirotic: il montenegrino dei Bulls, ex Real Madrid, ha chiuso il primo tempo senza errori al tiro e alla fine ha prodotto 16 punti con 4 su 6 da tre. Meno coinvolto ma non meno efficace il croato dei Nets Bojan Bogdanovic: dopo averci messo un po’ a capire lo spirito della gara, l’ex Fenerbahce ha cominciato a far canestro con continuità e ha messo 16 punti.

Andrew Wiggins era il più atteso e non ha deluso: i suoi 22 punti sono stati molto silenziosi, ha messo la giocata da 3 punti che nel finale ha messo la parola fine alla partita ma, a dispetto della giovanissima età, non ha forzato nulla, ha preso quello che la gara gli ha dato, ha fatto vedere il suo atletismo con qualche bella schiacciata ma si è comportato con grande maturità (22, 6, rimbalzi, 4 assist, 8 su 11 al tiro). Buoni numeri anche da Dieng, 14 punti, e dall’ex fenomeno dello skateboard Dennis Schroeder, 13 con 9 assist, mentre gli australiani Exum e Dellavedova si sono fermati a 4 punti, 2 soli per Papanikolaou. L’MVP romantico della gara è stato però Rudy Gobert: il big man francese degli Utah Jazz ha dominato su due lati del campo con le sue braccia interminabili, ha chiuso con 18 punti, 12 rimbalzi e 3 stoppate, una di queste su Noel che andava a schiacciare e una su Plumlee a quote surreali. Una prova da novello Tyson Chandler!

Team World beats Team U.S. in #BBVACompassRisingStars, 121-112. Rudy Gobert had 18 pts, 11 rbs, and 3 blocks! pic.twitter.com/8WF1Y1glak

— NBA (@NBA) February 14, 2015

 

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, loro hanno interpretato la gara come successo negli ultimi anni, tantissimi uno contro uno e tiri da tre punti, e molta poca difesa. Victor Oladipo degli Orlando Magic ha chiuso con 22 punti ma con 8 su 21 al tiro e -17 di plus minus: troppe forzature per l’ex Indiana che ha provato a fare l’eroe e prendersi il proscenio ma gli dei del basket hanno guardato dall’altra parte. 22 punti anche per Zach LaVine, il migliore degli americani: “Baby Westbrook” (definizione di James Harden nell’intervista a bordo campo durante il match) ha fatto vedere il suo abbagliante talento atletico (abbagliante come le Nike argentate che aveva ai piedi), la sua capacità di finire al ferro volando letteralmente (Dark Horse se ce n’è uno per lo Slam Dunk Contest) e ha anche messo un paio di triple (9 su 11 dal campo).

Check out @ZachLaVine's sick #AllStarKicks at #BBVACompassRisingStars! @footlocker #Approved pic.twitter.com/uX6I6REVwG

— NBA (@NBA) February 14, 2015

Molto ispirato anche il ragazzo di casa dei Nets, Mason Plumlee, che ha fatto vedere la sua notevole verticalità con un paio di schiacciate super (pure lui al Dunk Contest) anche se ha volte ha esagerato col playmaking e ha anche fatto la conoscenza con i tentacoli di Gobert nei pressi del ferro. 13 e 9 rimbalzi per lui, 17 di Trey Burke dei Jazz, arrembante nel tentativo di rimonta finale, 12 di Cody Zeller e 10 di Shabazz Muhammad. Pessima serata per Caldwell-Pope, solo 8 punti con 3 su 15 al tiro, mentre Nerlens Noel, 4 punti, Robert Covington e Elfrid Payton, 2, non hanno di fatto lasciato un segno sulla gara, più complicata per loro rispetto ad una partita vera.

Questa notte lo spettacolo prosegue con il Saturday Night (dalle 3:00): shooting stars, skills challenge, gara delle schiacciate e soprattutto la gara del tiro da tre punti con Marco Belinelli che proverà a difendere il titolo del 2014 contro mostri come Kyle Korver, Klay Thompson e Stephen Curry.

Andrew Wiggins MVP del Rising Stars Challenge

 

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