Il brillamento è di classe X2, dove la X intende i brillamenti più intensi della loro scala di attribuzione, mentre il numero intende due volte più intenso di un X1, mentre un X3 sarebbe tre volte più intenso. Questi brillamenti sono tenuti sotto osservazione non solo per ragioni scientifiche, ma anche per i possibili effetti che potrebbero avere sulle telecomunicazioni satellitari qualora venissero emessi nella direzione del nostro pianeta.
A svolgere tale funzione è lo Space Weather Prediction Center del National Oceanic and Atmosheric Administration che fonisce dati in continuazione sull’attività solare e sulle regioni del nostro pianeta sul quale potrebbe creare radioblackout.
Ma anche bellissime aurore dovute all’impatto delle particelle con il campo magnetico terrestre, quello scudo che, insieme all’atmosfera, ci protegge dagli effetti dell’attività solare, delle radiazioni che emette e che giustifica un effetto serra sufficiente a tenere la temperature in un range accettabile per la vita, permettendo all’acqua di mantenere lo stato liquido.
Fonte: Media INAF | Scritto da Redazione Media Inaf