Brindisi: conferma del Gip al fermo di Vantaggiato mentre la pista dei soldi prende corpo

Creato il 10 giugno 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale
di Simona Zecchi
Sequestrati documenti in bianco relativi ad operazioni doganali nel settore del commercio di carburant dopo tracce di “pizzini” rivolti alla moglie di Vantaggiato: 
 Il GIP del Tribunale di Lecce, Ines Casciaro, ha convalidato il fermo del reo confesso Giovanni Vantaggiato per l’attentato del 19 maggio scorso sulle soglie dell’istituto scolastico Morvillo-Falcone.  Accolta anche la richiesta della Direzione distrettuale Antimafia di Lecce, che conduce le indagini, di una ordinanza di custodia cautelare a suo carico. 
Vantaggiato risponde di strage aggravata da finalità terroristiche. «In questa fase il gip ha condiviso l'impostazione della Procura distrettuale antimafia, riconoscendo l'aggravante della 'finalità di terrorismo. Vedremo se in seguito resterà così». Così dichiara sbrigativamente il Procuratore distrettuale antimafia Cataldo Motta. 
Mentre i particolari che riguardano il passato non troppo remoto dell’ex benzinaio di Copertino assumono sempre più rilevanza ai fini dell’inchiesta che i PM di Brindisi stanno conducendo, le cronache dei quotidiani non ci risparmiano spesso foto icone della ragazza rimasta uccisa, Melissa Bassi, e le espressioni di cordoglio dei genitori giuste e sacrosante ma private che servono solo ad arricchire pagine sbiadite, a inasprire gli animi e far cadere lacrime retoriche, ma non ad approfondire e a capire cosa c’è dietro la pista dei soldi lasciate indietro da Vantaggiato.
 Il grave ferimento procurato a Cosimo Parato nel febbraio del 2008 a causa di un ordigno artigianale ma potente, posto nel cestino di una bicicletta dell’abitazione privata del pregiudicato, sembra essere l’unico percorso che conduce al movente. O forse solo quello più probante, insieme alla scia di soldi che contornano l’attività dell’imprenditore. 
 Difficile credere ai pianti di pentimento andate in scena durante l’interrogatorio, alle intenzioni di scuse epistolari verso la famiglia (che del resto, come la stessa ha anche dichiarato, non saprebbe cosa farsene). Più facile pensare, ma serve solo come tentativo di analisi, a una strategia da parte della difesa per poi far finire il tutto con una richiesta di perizia psichiatrica ed eventualmente alleviare degli anni all’autore manuale dell’attentato. 
Il legale di Vantaggiato, Franco Orlando, sta pensando a un ricorso presso il Tribunale del Riesame contro l'ordinanza di custodia cautelare in carcere intanto. Se si parte dalle motivazioni riportate sulla richiesta di fermo poi convalidata appunto dal GIP di Lecce, gli inquirenti pensano a dei complici e a dei mandanti (come abbiamo scritto ieri): quel modo di esprimersi in prima persona plurale riferito alla preparazione degli ordigni, certo lascia poco adito a elucubrazioni ma solo a collegamenti da verificare. 
 Intanto il freddo attentatore lascia segnali, biglietti come di chi è abituato a gestire situazioni difficili, a comandare indisturbato soprattutto in famiglia:« nascondi quelle carte». E gli inquirenti sequestrano. Sequestrano carte doganali, come acquisito nelle ultime ore, relative all’attività imprenditoriale di Vantaggiato e focalizzano le loro attenzione sulle operazioni economiche legate all’uomo. Al tempo dell’attentato al truffatore Cosimo Parato, perpetrato con ordigno potente, gli inquirenti capeggiati da uno dei PM che anche oggi guida le indagini tra gli altri, Milto De Nozza, non esclusero altre motivazioni più importanti. 
Come oggi anche ieri forse, un giro di denaro confluito in prestiti usurai, un modo per combattere la crisi economica tanto deprecata da Giovanni Vantaggiato che addirittura, fra lacrime e pentimenti, denunciava come fosse stato costretto a licenziare del personale. Una costrizione che a quanto pare non gli impedì di fare ulteriori investimenti in case e tenute agricole. 
C’è poi un ulteriore video che il TGCom 24 ha mostrato oggi in esclusiva e che riprende proprio gli attimi dell’esplosione. Un’esclusiva che seppure importante come collante dei fatti non aggiunge nulla al terrore di quei momenti e ai fini dell’indagine.

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