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Brissago Valtravaglia: l’arte di Ulisse e la “nuova vita” degli oggetti di seconda mano

Creato il 20 gennaio 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

(Un articolo di Davide Ballinari)Gli oggetti di seconda mano si trasformano in arte. A farlo è Ulisse Bardelli, ragazzo di 27 anni di Brissago Valtravaglia. Ulisse nel piccolo laboratorio del nonno sviluppa le sue opere, partendo da pezzi di scarto e materiali da recupero a cui dona “un’altra vita”.

Da dove nasce questa passione?

Ho sempre vissuto a contatto con i lavori manuali: mio papà lavora come saldatore e mio nonno era falegname e muratore. Io, già a 10 anni, impaziente di cominciare, mi divertivo a fare la mia parte; ad esempio, cambiando le prese di corrente in casa e facendo altri piccoli lavoretti, ma solamente un anno e mezzo fa ho iniziato a seguire le mie fantasie. Lo spunto l’ho avuto da alcune foto su Facebook: sono rimasto affascinato da quelle immagini di costruzioni artistiche fatte con materiali che, normalmente, verrebbero scartati. Un’idea geniale, mi sono sentito ispirato e mi sono detto che se erano in grado di farlo altre persone, avrei potuto farlo anche io. Questo pensiero mi rendeva felice, ed è per questo che ho capito quale sarebbe stata la mia strada, anche se non sapevo assolutamente dove mi avrebbe portato.

Quindi hai solo seguito quello che sentivi essere la tua inclinazione naturale, sulla base delle tue conoscenze tecniche…

Esatto, prima con le tante ore di lavoro che facevo non riuscivo ad esprimermi in questo senso, ma ora posso farlo: creo con passione. Lascio fare tutto alle emozioni, che decidono i colori, i materiali e tutto il resto. Mi faccio perfino consigliare quando entro in un negozio: mi guardo in giro e finché non sento che un oggetto “vuole” farsi comprare, non prendo niente. Ogni pezzo è per me, perché deve piacere a me e, quando è finito, decido cosa farne. La parte che più mi interessa è mettere quello che sono in quello che faccio, ed è ciò che rende unico ogni pezzo d’arte, che è come un ponte di collegamento tra la visione del mondo di ognuno di noi e quella degli altri.

Osservando i tuoi lavori, posso permettermi di dire che dai una “seconda vita” agli oggetti?

Direi di si. Alcuni subiscono solamente delle modifiche e degli abbellimenti, secondo il mio gusto, mentre altri vengono completamente sradicati dal loro uso iniziale, per diventare qualcos’altro.

Per cui, la tua forma d’arte esce dal concetto di fissità funzionale…

Un telefono diventa una lampada, un giradischi diventa un orologio, una botte diventa un divanetto e chissà cos’altro ancora mi verrà in mente. Principalmente mi piace fare abat-jour e lampade, ma mi diverto anche a lavorare su divani, vecchi mobili e utilizzo qualsiasi cosa mi possa ispirare, come il ferro e gli scarti meccanici delle automobili. Il prossimo passo per ampliare la mia creatività con questi materiali sarà imparare a saldare, sfruttando l’esperienza di mio papà. Uso oggetti di qualsiasi genere, faccio lavori con la schiuma poliuretanica e la vetroresina, o con i componenti dei pc, anche se devo ammettere che ho un’attrazione particolare per il legno, perché credo abbia un calore che non esiste negli altri materiali, come se fosse sempre vivo. Il più delle volte trovo uno stile vintage nelle mie creazioni e mi piace. Il vintage sta bene in molti contesti, dal vecchio al moderno: ricorda il passato, ma è sempre di moda.

Cosa ti fa preferire le lampade e le abat-jour al resto?

Il fatto che sono poco ingombranti e quindi, chiunque, potrebbe averne una in casa. Sono oggetti utili e possono essere costruiti in maniere e forme di ogni tipo: quando inizio a creare una lampada, giorno dopo giorno mi invento qualcosa di nuovo per continuarla, magari complicandomi il lavoro, ma è un mix meraviglioso di arte e tecnica che mi stimola. Un altro aspetto che mi spinge a preferire le lampade, sono i giochi di luce, li adoro.

Hai una firma di artista? Se sì quale?

La lampadina di Edison, con cui ovviamente firmo solo lampade e abat-jour: per me è elegante e ha uno stile retrò. Guardandola accesa, dopo che ci si è abituati un po’ alla luce, si vedono chiaramente i filamenti incandescenti all’interno, che creano un’atmosfera particolare.

Infine, quali progetti hai per il futuro?

Sono stato contattato attraverso la mia pagina Facebook “Le Creazioni di Ulisse” da un architetto di interni di Cremona, che lavora con i villaggi turistici. Ha apprezzato i miei lavori e adesso ci stiamo tenendo in contatto per vedere se nasce una collaborazione. Inoltre ho trovato su internet un’azienda di Varese che cerca artigiani per fare dei lavori in casa delle persone e potrebbe piacermi. Una cosa che vorrei fare, però, è aprire una bottega dove poter esporre quello che faccio: sarebbe bello vedere entrare qualcuno, anche solamente perché incuriosito, senza che voglia comprare, ma perché ha visto qualcosa che gli ha provocato un’emozione. In quel caso, mi sentirei come se la mia visione del mondo avesse smosso qualcosa in un’altra persona e saprei di aver fatto bene il mio lavoro. In conclusione, non cerco di forzare un percorso piuttosto che un altro, quello che verrà, verrà perché deve venire. Vorrei ringraziare la mia fidanzata che mi ha stimolato ad iniziare questo percorso e, tuttora, mi aiuta con la parte tecnologica, in cui io sono un disastro, gestendo tutta la parte immateriale del lavoro, dalla cura della pagina Facebook, alla pubblicazione delle fotografie, alla gestione della mail.

Per ulteriori informazioni scrivere alla mail [email protected].


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