Origine: UK
Anno: 2013
Episodi: 8
La trama (con parole mie): nella piccola cittadina costiera britannica di Broadchurch il detective capo Alex Hardy, fresco di nomina ed ancora segnato da un caso che lo vide protagonista tempo prima, assiste al ritrovamento del cadavere di Danny Latimer, undici anni, strangolato e dunque abbandonato sulla spiaggia. Esclusa l'ipotesi del suicidio l'investigatore, supportato dalla collega nata e cresciuta nel paese Ellie Miller, si getta sulle tracce lasciate dall'assassino del ragazzo, che pare potrebbe risultare perfino qualcuno che lo stesso conosceva o frequentava.L'evento, oltre a scatenare una serie di conflitti e timori in seno alla comunità, scoperchia come un vaso di Pandora i segreti di alcuni abitanti del luogo, dal prete all'edicolante e responsabile delle attività dei ragazzi legati alla storica associazione dei Giovani Marinai passando per la stampa e la famiglia stessa di Danny: dove si nasconde la verità?Chi ha ucciso il figlio minore dei Latimer?E fino a che punto Hardy e Miller saranno disposti a spingersi anche oltre le loro divergenze per consegnare il colpevole alla Giustizia?
L'animo umano è uno degli abissi più profondi che si possa sperare o temere di affrontare, figlio di turbamenti, cambiamenti, sentimenti così forti da lasciare senza parole: probabilmente è per questo che, da che ricordi, le storie in grado di esplorare soprattutto le sue parti più remote, nascoste e terrificanti dello stesso hanno sempre finito per affascinarmi.
Fiction o realtà, i racconti di Poe e le cronache di Blunotte, il "lato oscuro" rappresenta senza dubbio una tentazione irresistibile, che si tratti di visioni, letture o esplorazioni emotive: dunque il genere crime trova la sua collocazione ideale, qui al Saloon, sostenuto anche dalla passione nutrita da Julez per il genere. All'inizio di questo duemilaquattordici, True detective giunse a sconvolgere i nostri occhi di spettatori grazie ad una delle vicende più torbide e da brividi del passato recente - e forse non solo -, lasciando il segno per quello che sarà il modo di approcciare questo tipo di prodotti da qui in avanti: non avrei mai pensato che, neppure qualche mese dopo, avrei scoperto una sorta di suo fratellino minore giunto dal cuore dell'Inghilterra di campagna, in grado di superare per intensità anche l'ottima trilogia del Red Riding, Broadchurch.
Orchestrato attorno all'omicidio del giovanissimo Daniel Latimer, questo piccolo, intenso viaggio sulle coste anglosassoni, lontane per approccio ed indole alle grandi città come Londra, riporta l'orologio indietro mostrando quanto poco, in secoli di Storia, sia cambiato davvero l'Uomo, schiavo di desideri, impulsi e passioni difficilmente controllabili, quanto più che altro anestetizzate da una vita passata all'interno di una società e di una comunità ad una prima e superficiale occhiata tranquille e ben indirizzate: così, dai due detectives a capo delle indagini, lo spigoloso e poco empatico Hardy e la fin troppo empatica Miller, fino ad arrivare ai singoli abitanti di Broadchurch, più o meno colpevoli di qualcosa, custodi di segreti piccoli e grandi - perchè tutti ne abbiamo, e spesso le grandi tragedie finiscono per portarli a galla -, assistiamo ad un viaggio all'interno dell'animo umano iniziato con il peggiore degli sconvolgimenti che possano cambiare la vita di una famiglia, la morte di un figlio.
Da padre, sinceramente non riesco neppure ad immaginare cosa potrebbe significare seppellire il proprio bambino, ancor più se cosciente del fatto che qualcuno - e chissà, qualcuno che forse frequentava anche casa vostra - possa averlo deliberatamente ucciso, travolto dall'istinto o spinto da un impulso che di umano pare avere davvero poco, e ancor più dover affrontare il peso del giudizio nel momento in cui i dubbi a proposito dell'omicidio stesso possano finire per investire noi e la famiglia che si cerca sempre di proteggere.
Ma penso anche che, genitori o no, risulti davvero arduo accettare che possano esistere cose così terribili ed apparentemente impossibili da gestire ed affrontare: la perdita di un figlio - famiglia o comunità che sia - equivale alla perdita dell'innocenza, ai segreti svelati, a tutto il marcio che lottiamo per nascondere vomitato dalle viscere della terra che pensiamo possa essere la nostra casa, il nostro rifugio: come per i Latimer, come per il vecchio Jack, tornato ad affrontare fantasmi troppo pesanti per una vita già segnata - forse il suo è il personaggio più profondo dell'intera produzione -, come per il prete, i giornalisti, il medium, e tutti i protagonisti di una storia che raccoglie l'eredità di pietre miliari come Twin Peaks e racconta il dolore, la rabbia, lo stupore, il tentativo di tornare ad emergere e respirare: perchè un altro grande pregio di Broadchurch - che, in questo, ricorda davvero molto la già citata True Detective - è quello di scrivere la parola fine ad un'indagine ed una storia che fin dal principio parevano necessitare proprio della loro risoluzione, amara o di riscatto che fosse.
E se da un lato ci sono genitori che perdono - ed in qualche modo, riguadagnano - un figlio, dall'altra troviamo figli che finiscono per perdere un genitore attraverso un processo anche peggiore, e che come per i Latimer finirà per segnare le loro esistenze per sempre.
Niente è limpido, dunque. Neanche la vittoria.
Perchè scoprire il colpevole non riporterà Danny a casa.
Non renderà quella scogliera maledetta di nuovo incontaminata.
Non restituirà ai sospettati creduti colpevoli quello che hanno perduto.
Ma se non altro, sarà liberatorio.
E permetterà di accarezzare il sogno di poter ricominciare.
Ad essere vivi, genitori, figli, uomini.
E a lasciare i segreti custoditi in un lato oscuro tornato ai suoi recessi.
MrFord
"I've only heard a voice
I've only seen your song
It keeps me awake
It keeps me floating."Smog - "Floating" -