Brodo vegetale (di recupero)

Da Papio54

Sapete da dove viene il brodino nella tazza? E’ ottenuto con gli scarti delle verdure. E quando dico scarti, intendo proprio le parti talmente dure e legnose che non sono recuperabili diversamente.

Qui ho messo:

  • Le bucce di due patate
  • Le estremità e i gambi di quattro carote (le foglie no, quelle le uso come il prezzemolo)
  • Le foglie più esterne e più dure di tre carciofi con le spine
  • La parte verde delle foglie di un porro

Naturalmente ho lavato tutto molto bene, aiutandomi con il guanto scrub (che consiglio vivamente a tutti!) per le carote e le patate: ho lasciato a bagno con un po’ di bicarbonato almeno mezz’ora, cambiando l’acqua due volte.

Ho messo tutto in pentola, coperto con acqua un po’ sopra il livello delle verdure, aggiunto un cucchiaino scarso di sale grosso, e ho lasciato cuocere per mezz’ora.

Il risultato è decisamente squisito. Adesso, poi, che ho finito il dado e non mi va di farne altro, con la stagione calda in arrivo, trovo che questa versione sia ottima.

Lo abbiamo bevuto così, ben caldo, e l’ho utilizzato per portare a cottura un risotto agli asparagi.

Quello avanzato è in un vasetto in frigo, eventualmente si può congelare.

La domanda è: ho risparmiato? Non lo so, ho usato tempo ed energia per ottenere il brodo, ma in ogni caso gli scarti delle verdure, alla fine, sono stati buttati via.

Però … la parte più esterna delle verdure è quella a contatto con l’ambiente esterno, ostile, e quindi la più ricca di antiossidanti, di molecole protettive dalle proprietà insetticide, battericide e fungicide.

Il mio buon brodino, quindi, è anche un piccolo alleato per la salute.


Archiviato in:Menu, Primi piatti