Broforce - Versione Ps4 - Recensione

Creato il 15 marzo 2016 da Lightman

A qualche mese di distanza dall'arrivo su PC, il testosteronico shoot'em up di Devolver Digital arriva su Ps4, gratis per gli abbonati al PlayStation Plus. Ma non mancano i problemi.

Dopo 3 anni e mezzo di sviluppo, un'overdose di teaser e un early access che sembrava non finire mai, Broforce è arrivato su PC nell'ottobre dello scorso anno, con un'intensa campagna single player e un roster di personaggi più che abbondante. È servito qualche mese in più per vedere il titolo di Free Lives anche su PlayStation 4, ma l'attesa è stata in parte ripagata dal fatto che Broforce sia arrivato gratuitamente per tutti gli abbonati al PlayStation Plus.
Chi non conoscesse questo esplosivo sparatutto bidimensionale, deve sapere che il suo intento è quello di far rivivere lo spirito testosteronico delle pellicole d'azione più tamarre. Nel festoso trambusto di pixel è possibile riconoscere, una per una, tutte le icone dei più famosi film hard boiled, simboli di un superomismo tutto americano. Ma siamo sicuri che, al di là delle ottime doti del titolo, la conversione sia riuscita?

Tu sei il male, io sono la cura

Senza troppi preamboli, come fossimo tornati ai tempi di Contra, si viene scaraventati nel vivo dell'azione, fra esplosioni che neanche nei sogni proibiti di Michael Bay, bandiere americane in ogni dove e aquile buttate qua e là totalmente a casaccio. Il nemico è ovviamente il terrorismo, comicamente impersonato da soldati in passamontagna che, come i finti nazisti di Metal Slug, si lasciano scappare urletti tutt'altro che virili di fronte al pericolo. Ma anche gli alieni. E i demoni. E Satana. Il run and gun di Free Lives fa del caos uno dei suoi punti di forza, grazie anche ad un level design che prevede la distruttibilità pressochè totale degli ambienti di gioco e la possibilità di scavarsi letteralmente la strada a fucilate fino alla fine del livello. Appare presto lampante quanto i confusi soldati siano poco reattivi e dotati di una mira simile a quella di uno stormtrooper, e quanto il vero pericolo sia rappresentato dall'eccesso di irruenza del giocatore stesso, che si ritroverà spesso ad innescare esplosioni a catena fino a rimanerci secco. Lo scenario più ottimistico prevede un oculato centellinare della mascolina distruzione indiscriminata della zona di guerra, che permetta al giocatore di afferrare sano e salvo la scala di corda che sporge dall'elicottero a fine missione, con la stessa soddisfazione di chi affronta un intero commando di soldati indossando solo una canottiera, e poi grondante di sangue afferma "è soltanto un graffio".

Get to da choppa.

Al di là di un gameplay che è ripreso quasi pedissequamente dai classici sparatutto a scorrimento che hanno segnato l'epoca dell'arcade, e al quale sono imputabili davvero pochi difetti, fra cui la rotazione casuale dei personaggi e qualche errore di bilanciamento della difficoltà, il titolo del team sudafricano vive di una comicità volutamente demenziale e di un impianto parodistico che non risparmia nessuno dei clichè della cultura americana, nel quale i più maliziosi non potranno astenersi dallo scorgere qualche presunta frecciatina all'uso disinvolto delle armi, tipico statunitense, e a qualche malcelata manifestazione xenofobica, nonchè all'estensione smodata del senso attribuito al termine "liberazione". Ma i veri protagonisti sono i Bros, le icone cinematografiche che hanno accompagnato un'intera generazione, dall'inarrestabile Rambo ai meno muscolosi ma altrettanto letali Neo e Lèon, passando per Robocop e Predator, fino a scomodare i meno conosciuti Rocketeer e Timecop, gli indimenticabili Indiana Jones e Terminator, e, per evitare che tutto si trasformi in un'intollerabile sagra della salsiccia, anche il sergente Ripley di Alien e la provocante Cherry Darling di Planet Terror. Tutti i personaggi hanno carisma da vendere e abilità e set di attacchi che li rendono unici. Il numero incredibile di eroi (circa una trentina, al momento) garantisce una notevole varietà di gioco, ma l'assegnazione casuale dell'eroe, che si innesca ogni volta che si perde una vita o si libera un altro "bro", rende impossibile la scelta del proprio beniamino preferito.

L'esperienza di gioco dura per ore ed ore, fino a che il cervello del giocatore non è completamente mandato in pappa da urla roche ed assordanti, buzzurri assoli di chitarra e da un numero incalcolabile di esplosioni sullo schermo. Completata tutta d'un fiato la campagna in singolo, ci si può cimentare nella modalità "Ironbro" con perma-death, o nell'altamente caotico deathmatch. La versione Ps4, purtroppo, perde l'editor per la creazione dei livelli, e con lui tutte le proposte di una community che aveva lavorato ottimamente. Ma il problema principale della conversione, evidentemente frettolosa e poco attenta, riguarda il framerate. Se i primi stage filano abbastanza lisci, la seconda parte dell'avventura è un tripudio di rallentamenti. Broforce, su PS4, è uno dei titoli peggio ottimizzati che ci sia capitato di giocare, con situazioni paradossali e imbarazzanti. Il titolo scende fino a 15 frame al secondo, rendendo alcune partite -soprattutto quelle in coppia- a tratti ingiocabili. Ci sono inoltre problemi di altra natura, come il fatto che, dopo qualche secondo dall'inizio di ogni stage, i comandi smettano di rispondere per un istante: più che sufficiente a lasciare i vostri Bro in balia di esplosioni e proiettili. Le patch correttive stanno arrivando ad un buon ritmo, ma la qualità del lavoro di conversione è davvero pessima.

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