Una fama planetaria costruita - quella dell'attore nato a San Francisco il 27 novembre 1940 e scomparso a Hong Kong il 20 luglio 1973 - con film ufficiali, altri non accreditati e un paio di assemblaggio.
«Nessuna star ha avuto una vita postuma ricca come quella di Bruce Lee: film incompleti e film bufale, fatte di qua e di là dall'Oceano. Un vero e proprio trionfo di sosia, più o meno somiglianti, con immagini che virano in negativo, controluce o totali per celare fantocci, maschere e duelli», spiega Tatti Sanguineti in chiusura di serata.
L'omaggio di Iris a Bruce Lee prevede - a partire dalle ore 21.00 di venerdì 19 luglio sino a notte inoltrata - i film "Resa dei conti a Little Tokyo" e "Il braccio violento del Thay-Pan", seguiti da un'analisi del critico savonese dell'intera carriera del re del "Jeet Kune DO" (un misto di boxe occidentale, karate e judo).
Il primo film vede protagonista Brandon Lee, il figlio prediletto di Bruce, con il quale lo accomuna la morte in giovane età. "Resa dei conti a Little Tokyo" è diventato un cult da videoteca proprio dopo la scomparsa, a soli 28 anni e in circostanze sospette sul set de "Il Corvo", del giovane attore.
"Il braccio violento del Thay-Pan", invece, appartiene al controverso materiale attribuito a Bruce Lee post mortem: questa operazione commerciale che sintetizza tre film a tema kung-fu del 1972, infatti, affida la voce narrante all'attore nonostante siano trascorsi cinque anni dalla sua scomparsa.
Sanguineti, infine, assieme al direttore dell'"Hong Kong Film Festival" e più importante critico cinematografico asiatico Roger Garcia, dà conto dell'importanza dell'attore, artista marziale, filosofo, regista, sceneggiatore e produttore statunitense di origini cinesi, sulla scena mediatica internazionale.