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Brunel si presenta e punta alto: Italia tra le migliori sei nazioni al mondo nel 2015

Creato il 03 novembre 2011 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Brunel si presenta e punta alto: Italia tra le migliori sei nazioni al mondo nel 2015L’italiano, per quanto stentato, è già buono. Avrà anche detto qualche frase che si è preparato, ma di certo già lo capisce. E dietro quell’aspetto un po’ austero da pirenaico quale è , c’è un uomo decisamente simpatico.
Questa l’immagine che il nuovo ct azzurro ha dato di sé alla sua presentazione ufficiale di giovedì mattina a Bologna. Un allenatore che non si tira indietro a domande potenzialmente scomode e che sembra avere le idee già piuttosto chiare. E pone l’asticella a un livello piuttosto alto.
“La squadra ha un forte potenziale che spero aumenti. L’Italia aveva le carte in regola per entrare nei quarti di finale del Mondiale, bisogna capire perché non ce l’ha fatta. Nel giro di qualche anno dobbiamo essere in grado di trovarci nella possibilità di essere in corsa per vincere il Sei Nazioni e l’ambizione è quella di essere tra le sei migliori squadre al mondo nel 2015. Certo c’è da lavorare molto, ma ce la possiamo fare. Come giocheremo? Difesa e attacco sono completamente legate tra loro, è necessario avere equilibrio. Un buon attaccante deve essere un ottimo difensore e viceversa. E l’equilibrio è la prima cosa su cui intervenire”.

Il Sei Nazioni è alle porte ormai: “Partiremo con l’ossatura del gruppo che ha giocato il Mondiale in Nuova Zelanda, è necessario perché non c’è tempo per fare grandi interventi. Da giugno ci sarà la possibilità di sperimentare di più. Partiremo da Parigi. Non sarà facile, per nulla: sono i terzi al mondo nel ranking e vogliono una rivincita del ko dello scorso anno rimediato al Flaminio”. Poi i rapporti con le franchigie, nodo cruciale del movimento italiano: “C’è una buona struttura in Italia, che la FIR segue molto bene. Credo sia necessaria una maggiore collaborazione, una ottimizzazione del rapporto con le franchigie in primo luogo, ma non solo. Dobbiamo cercare i giovani anche nelle serie al di sotto delle franchigie celtiche. E dobbiamo ricordarci che la nazionale è la vetrina del rugby italiano, i risultati sono e saranno determinanti. Lo sottolineo, i risultati saranno importanti domani ma soprattutto dopodomani”.

Quindi il problema-staff tecnico (almeno fino al termine del Sei Nazioni con lui ci saranno gli uomini che hanno lavorato con Mallet: Orlandi e Troncon) e l’ormai atavico problema mediano d’apertura: “Ho sempre lavorato con persone che appartenevano all’ambiente in cui mi trovavo. L’ho sempre fatto, sono le persone che conoscono al meglio l’ambiente. Per quanto riguarda i numeri 10: è un problema non solo italiano, ma in Italia forse è più pressante. Ci sono giocatori che magari giocano poco nel loro club. Bisogna cercare tra i giovani e lavorare, molto. C’è sicuramente un potenziale, bisogna avere fiducia. Per il ruolo di mediano di mischia invece siamo abbastanza coperti, ci sono almeno 3-4 giocatori di livello”.


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